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Guida alla brevettazione e ai costi associati

Pubblicato in: Proprietà Intellettuale
di Arlo Canella
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Questo articolo esplora i “fondamentali” della brevettazione, delineando il processo da seguire per assicurarsi che un’idea innovativa possa essere trasformata in un vantaggio competitivo tangibile. Inoltre, viene affrontato il tema dei costi correlati a invenzioni e brevetti, unitamente ad alcuni suggerimenti pratici.

Quali invenzioni conviene brevettare?

Nel mio ruolo di avvocato attivo nel settore della Proprietà Intellettuale (PI), ho avuto l’opportunità di consigliare numerose Piccole e Medie Imprese (PMI) nella valutazione delle loro invenzioni in ottica di brevettazione. La domanda che spesso emerge in queste circostante è: “Quali invenzioni conviene brevettare?“. La risposta a questa domanda dipende da una molteplicità di fattori. Tuttavia, le PMI e gli imprenditori che mirano a proteggere la loro unicità e massimizzare il ritorno degli investimenti in R&S non possono sottrarsi dall’affrontare seriamente questo tema.

Il primo aspetto da valutare è il potenziale commerciale dell’invenzione. È fondamentale determinare se l’invenzione risponde a un’esigenza di mercato e se può generare un vantaggio competitivo. Se la risposta è affermativa, proteggere tale potenziale diventa essenziale.

Per esempio, pensiamo al caso della Dyson, l’azienda britannica che ha rivoluzionato il mercato degli aspirapolvere con la tecnologia ciclonica senza sacco. Il brevetto di questa invenzione ha impedito ai concorrenti di utilizzare questa tecnologia, garantendo a Dyson un vantaggio competitivo per anni.

Un altro esempio significativo è il Gore-Tex, un materiale impermeabile e traspirante utilizzato in svariati prodotti outdoor. Il brevetto di questo materiale ha fornito alla W.L. Gore & Associates un monopolio sul mercato, consentendo all’azienda di diventare leader nel settore degli indumenti e degli accessori per attività all’aperto.

Un brevetto concede un diritto esclusivo su un’invenzione, che può essere un prodotto o un procedimento, permettendo all’inventore di:

  • Proteggere l’invenzione: impedendo ad altri di sfruttarla commercialmente senza autorizzazione.
  • Generare entrate: concedendo licenze a terzi in cambio di royalty, trasformando così l’idea in una fonte di reddito.

Questo strumento giuridico stimola l’innovazione, offrendo all’inventore un monopolio temporaneo e incentivando nuove ricerche.

Le invenzioni brevettabili possono appartenere a qualsiasi campo tecnico, e scegliere di brevettare può offrire un vantaggio competitivo. Tuttavia, è importante anche considerare i costi di mantenimento del brevetto e la difesa dei diritti in caso di violazioni. A volte, mantenere un’invenzione come segreto commerciale o esplorare altri strumenti di protezione della PI può rappresentare una strategia alternativa da valutare attentamente.

I requisiti legali per la brevettazione

Una volta identificate le invenzioni con un potenziale commerciale adeguato, prima di brevettare, è necessario verificare il rispetto dei requisiti richiesti dalla legge.

La brevettazione di un’invenzione nel contesto italiano si regge su tre condizioni fondamentali definite dalla normativa vigente, ossia la novità, l’attività inventiva e l’industrialità, come prerequisiti imprescindibili per l’ottenimento della protezione brevettuale. Questi criteri sono delineati nel Codice della Proprietà Industriale (CPI), che fornisce il quadro normativo di riferimento per le imprese e gli inventori che desiderano brevettare le loro invenzioni in Italia.

  • Novità (articolo 46 CPI): L’invenzione deve essere nuova, ovvero non deve essere stata resa accessibile al pubblico prima della data di deposito della domanda di brevetto, tramite pubblicazione, esposizione o utilizzo. La normativa stabilisce chiaramente che qualsiasi divulgazione pubblica dell’invenzione, in qualsiasi parte del mondo, può pregiudicare la novità e, di conseguenza, la brevettabilità dell’invenzione.
  • Attività inventiva (articolo 48 CPI): L’invenzione deve dimostrare un’attività inventiva, cioè non deve risultare in modo evidente dallo stato della tecnica per una persona esperta nel campo. Questo criterio impone che l’invenzione rappresenti un miglioramento non ovvio rispetto a quanto già noto, assicurando che le protezioni brevettuali siano concesse solo a soluzioni tecniche che contribuiscono effettivamente al progresso tecnologico.
  • Industrialità (articolo 49 CPI): L’invenzione deve essere suscettibile di applicazione industriale, il che significa che deve poter essere fabbricata o utilizzata in qualsiasi tipo di industria, compresa l’agricoltura. Questo requisito conferma che la brevettazione è riservata alle invenzioni che possono essere effettivamente realizzate e impiegate in un contesto produttivo, offrendo un contributo tangibile all’economia.

Per le Piccole e Medie Imprese (PMI), comprendere se un’invenzione sia brevettabile oppure no può essere arduo. Per questo, di prassi, l’analisi dell’invenzione alla luce dei criteri di novità, attività inventiva e industrialità è affidata ad esperti attraverso quella che è comunemente nota come “ricerca di anteriorità brevettuale”.

Cos’è la ricerca di anteriorità brevettuale?

Nel percorso verso la brevettazione di un’invenzione, la ricerca di anteriorità rappresenta una fase di fondamentale importanza, tanto per le grandi aziende quanto per le Piccole e Medie Imprese (PMI).

Questo processo consiste nell’indagine professionale delle pubblicazioni tecniche e dei brevetti esistenti – a livello globale – per verificare che l’invenzione sia effettivamente nuova e non ovvia, ovvero che soddisfi i criteri di novità e altezza inventiva richiesti dalla normativa.

La convergenza dei requisiti di novità e altezza inventiva sta nel fatto che lo stato dell’arte è in continuo movimento, con nuove pubblicazioni e brevetti che vengono divulgati quotidianamente. Pertanto, la ricerca di anteriorità aiuta a stabilire un punto fermo nella verifica, offrendo una fotografia del contesto tecnologico e brevettuale esistente al momento della ricerca.

Inoltre, la ricerca consente di evitare di investire tempo e risorse nel processo di brevettazione per un’invenzione che potrebbe essere già nota o considerata ovvia alla luce delle conoscenze esistenti.

Identificando i “gap” esistenti, la ricerca di anteriorità può indirizzare l’innovazione verso aree meno esplorate, aumentando le possibilità di successo della brevettazione.

Conoscere in anticipo i documenti di anteriorità più rilevanti può essere strategico nella gestione di eventuali contestazioni sulla validità del brevetto e accuse di contraffazioni di brevetti altrui (per approfondire, si v. il servizio noto come “freedom to operate”).

L’assistenza di professionisti esperti in materia di proprietà intellettuale, capaci di interpretare i risultati della ricerca e di fornire consulenza mirata, è un valore aggiunto indispensabile in questo processo.

Durante il processo di ricerca di anteriorità, è fondamentale valutare non solo la novità e l’attività inventiva dell’invenzione ma anche la forma di tutela più adatta. In taluni casi, soprattutto quando l’invenzione apporta modifiche a oggetti esistenti migliorandone l’utilità o la facilità d’uso, può emergere l’opportunità di optare per un Modello di Utilità, comunemente noto come “brevettino“, piuttosto che per un brevetto per invenzione tradizionale (per approfondire, si v. “Cosa sono i modelli di utilità?”).

Fasi e costi associati alla brevettazione

Per assicurare una protezione efficace e strategica delle invenzioni, è essenziale comprendere le fasi di deposito di un brevetto e i relativi costi. Questo processo inizia con una fase preliminare di verifica di brevettabilità e ricerca di anteriorità, cruciale per assicurarsi che l’invenzione sia effettivamente nuova e inventiva.

Questa fase preliminare, che sfrutta banche dati ufficiali, è determinante per identificare eventuali ostacoli o interferenze con brevetti già esistenti e per delineare la strategia più adeguata nella redazione della domanda di brevetto.

Successivamente, in assenza di impedimenti, si procede con la stesura della domanda di brevetto, che richiede un equilibrio tra specificità e ampiezza delle rivendicazioni brevettuali per evitare sia l’aggiramento del brevetto sia il rischio di un suo mancato riconoscimento.

La fase finale riguarda il deposito del brevetto, momento in cui l’inventore deve decidere in quali territori intende ottenere la protezione. La scelta tra un brevetto italiano, europeo o internazionale dipende da vari fattori, inclusi i costi e l’ambito di protezione desiderato.

Nella nostra esperienza, molti clienti optano inizialmente per un brevetto italiano o europeo, per poi considerare l’estensione internazionale, entro un anno dal deposito, in seguito al parere ricevuto dall’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) sull’invenzione. Infatti, anche in caso di presentazione di brevetto italiano, il depositante riceverà un parere formulato dall’EPO su delega dell’ufficio italiano. In questo modo, il depositante potrà valutare meglio quanto investire nella protezione brevettuale a livello internazionale.

Come abbiamo detto, i costi per la registrazione di un brevetto variano in base alla natura dell’invenzione e all’estensione territoriale della protezione. In generale, è possibile procedere per gradi, estendendo la protezione a più paesi attraverso le convenzioni internazionali (per ottenere un preventivo dettagliato sulla protezione brevettuale è possibile utilizzare il nostro strumento interattivo online, disponibile alla pagina invenzioni e brevetti).

Un brevetto rappresenta un asset strategico di fondamentale importanza per l’impresa, con un impatto significativo sulla sua valutazione aziendale. Oltre a fornire un meccanismo di difesa contro l’uso non autorizzato dell’invenzione da parte di terzi, il brevetto può essere sfruttato economicamente attraverso la cessione o la concessione in licenza. La validità e il valore economico del brevetto influenzano in modo rilevante la percezione del valore dell’impresa nel suo complesso, stimolando l’innovazione e proteggendo gli investimenti nel tempo e denaro dedicati allo sviluppo di nuove soluzioni.

In conclusione, la protezione brevettuale è un pilastro chiave per la strategia di crescita e di difesa competitiva delle imprese, essenziale per salvaguardare le innovazioni e massimizzare il loro valore economico. La scelta della giusta forma di protezione e la gestione strategica dei brevetti sono passi importanti verso il successo e la longevità di un’impresa.

Riproduzione riservata ©
Data di pubblicazione: 29 Febbraio 2024
Avv. Arlo Cannela

Avvocato Arlo Canella

Managing Partner dello studio legale Canella Camaiora, iscritto all’Ordine degli Avvocati di Milano, appassionato di Branding, Comunicazione e Design.
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