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Brevetti, Marchi e Fitness industry: come proteggere un metodo di allenamento.

Pubblicato in: Proprietà Intellettuale
di Matteo Saleri
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Il lavoro offerto da un allenatore è necessariamente qualcosa di intangibile. Infatti, nella maggior parte dei casi, quello che offre un allenatore esperto ai propri atleti o clienti è la conoscenza della materia, l’entusiasmo, l’energia, la motivazione e infine il suo carisma… tutti beni immateriali, non credete?

Quello che trasforma un bravo trainer in un vero e proprio imprenditore del fitness e dello sport sono i diritti di proprietà intellettuale di cui è titolare. Questi diritti possono essere attribuiti da Brevetti, da Marchi e – perfino – da opere soggette al Diritto d’Autore.

In questo articolo vedremo se e in che modo sia possibile tutelare un nuovo “metodo di allenamento”, in particolare:

Posso brevettare un nuovo metodo di allenamento?

Nel sistema giuridico europeo non è prevista la possibilità di brevettare gli innovativi metodi di allenamento, al contrario di quanto succede negli Stati Uniti.  Tuttavia, esistono precise strategie di protezione che possono essere messe in atto per tutelare le idee più innovative. In questo articolo, infatti, illustriamo alcuni esempi di queste strategie quotidianamente suggerite e messe in atto anche dal nostro studio legale.

In America, sono diversi i metodi di allenamento brevettati. Basti sapere che il metodo d’allenamento Isotonometrics ideato dal Dr. Leonard Schwartz è coperto da un valido brevetto nel territorio americano (U.S. Pat. n. 6,190,291). Tuttavia, anche se – nel territorio USA – è data la possibilità di brevettare queste innovazioni, questa soluzione resta il più delle volte difficilmente percorribile.

Francamente, risulta piuttosto raro scoprire movimenti del corpo umano così innovativi da soddisfare i requisiti della novità e dell’originalità richiesti per la brevettazione. Altre considerazioni invece devono essere svolte qualora si inventi un’attrezzatura per l’allenamento o si realizzi una tecnologia innovativa per l’abbigliamento sportivo. Queste invenzioni sono brevettabili, anche in Europa, qualora presentino i requisiti richiesti dalla legge.

Gli atleti e il diritto d'autore.

Bisogna pensare al diritto d’Autore tra gli strumenti più efficaci per la tutela di un nuovo metodo di allenamento? Sembrerebbe di sì.

Il suggerimento arriva dal Tribunale di Milano che nel 2017 – con la sentenza n. 9423 – ha accertato la violazione dei diritti morali e di utilizzazione economica di numerosi testi originali di Orlando Pizzolato, due volte vincitore della maratona di New York, in quanto copiati da parte di un suo allievo, Andrea Gornati. Quest’ultimo aveva pedissequamente riproposto i contenuti dei lavori di Pizzolato nei propri documenti diffusi al pubblico. Tuttavia, occorre tenere a mente che il metodo di allenamento non può essere protetto di per sé. Ciò che può essere protetto è l’estrinsecazione dell’idea/metodo, ovvero i testi di Pizzolato.

Dato atto dell’impossibilità di “brevettare l’invenzione“,  la strategia è quella di scrivere istruzioni e manuali (completi di tabelle, grafici, disegni esplicativi degli esercizi) o di realizzare guide e video tutorial che spieghino l’allenamento ideato. Ricordiamo come anche i contenuti web di una pagina Internet oppure di un’applicazione siano coperti dalla tutela offerta dal Copyright. Infatti, solo attraverso una rappresentazione formale della vostra idea, del metodo, potrete godere della tutela garantita dal diritto d’Autore.

Molte compagnie operanti nel settore del fitness, non potendo esercitare diritti di sfruttamento in esclusiva sul metodo di allenamento considerato in sé per sé, puntano la loro strategia di business e di monetizzazione su elementi “laterali” (come il marchio), comunque essenziali per la messa in opera del metodo.

Anche Zumba®, ad esempio, monetizza la propria attività attraverso la concessione in licenza di musica originale associata al marchio, appositamente composta per le sessioni di allenamento e grazie alla commercializzazione di video tutorial esplicativi dell’allenamento.

Come si può utilizzare il marchio per difendersi?

Come anticipato, anche il deposito del marchio può essere una valida alternativa alla brevettazione di nuovi metodi di allenamento. È significativo constatare il fatto che metodi di allenamento come Crossfit® e Zumba®  siano entrambi marchi registrati. Ricordiamo che la registrazione conferisce al titolare del marchio il diritto di esclusiva (ovvero un monopolio) sull’utilizzo del nome registrato.

Insomma per erogare un corso di Crossfit® sarà indispensabile ottenere l’autorizzazione a utilizzare il nome Crossfit® dall’unico e solo titolare del marchio. Per ottenere una licenza di questo tipo è necessario infatti seguire dei corsi di formazione per istruttori ufficiali/autorizzati.

Pertanto, per commercializzare un nuovo sistema di allenamento, sarà indispensabile registrare un marchio di fantasia che identifichi quello specifico metodo di allenamento.  In questo modo si acquisirà il diritto di impedire ai concorrenti di identificare e quindi di promuovere il medesimo metodo di allenamento. Infatti, con la registrazione potrete azionare il vostro diritto di esclusiva e impedire che i concorrenti utilizzino il nome prescelto per identificare il metodo ufficiale. Del resto, in termini costi-benefici registrare un marchio conviene sicuramente.

Bisogna infatti ricordare che, qualora si trascuri di registrare il marchio, non ci sarà alcun limite legale per i concorrenti. Essi, così come i consumatori, potranno utilizzare legittimamente il nome del metodo per richiamarlo.

Anche una volta registrato il marchio sarà necessario monitorare il rispetto del diritto sul mercato (ciò al fine di evitare il fenomeno della “volgarizzazione”, invero piuttosto diffuso nel mondo del fitness, previsto dal Codice della Proprietà Industriale all’articolo 13 comma 4).

Un ulteriore vantaggio garantito dall’utilizzo del marchio consiste nella possibilità di dare in licenza il titolo. In questo modo, come si è visto, si potrà  costruire una rete di allenatori (o di centri di allenamento) i quali garantiscono gli stessi standard qualitativi dei servizi offerti dall’ideatore del metodo.

Per questi motivi, l’utilizzo di un marchio è un’ottima soluzione per espandere la propria attività. Grazie a esso si può raccogliere un maggior numero di atleti e clienti rispetto a quelli che un singolo allenatore da solo potrebbe seguire.

Come trovare la soluzione migliore?

Ogni innovazione necessita di essere esaminata singolarmente, soprattutto nel mondo dello sport e del fitness.

Infatti, in questo settore un’idea di valore (come un metodo efficace) può rappresentare una risorsa preziosa per avviare una nuova attività o aggiudicarsi un vantaggio competitivo rispetto agli altri operatori del settore. Proprio per questa ragione bisogna attivarsi per proteggere il proprio valore differenziale, ciò che costituisce il reale punto di forza del proprio progetto di business.

Il più delle volte risulta decisivo l’affiancamento di avvocati esperti in materia di proprietà intellettuale sin dal principio, per impostare correttamente la tutela e la valorizzazione del proprio progetto (magari sotto forma di startup).

Riproduzione riservata ©
Data di pubblicazione: 10 Gennaio 2020
Ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023
Matteo Saleri

Matteo Saleri

Laureato a pieni voti presso l'Università degli Studi di Milano, praticante avvocato appassionato di Diritto Commerciale, Societario e Antitrust.
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