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Quanto costa avviare una Startup: budget, finanziamenti e supporto legale

Pubblicato in: Proprietà Intellettuale
di Arlo Canella
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Dare vita a una startup è un’impresa complessa che richiede intuito, una solida pianificazione finanziaria e un valido supporto legale. In questo articolo:

Qual è il budget necessario per dare vita a una Startup?

Il budget iniziale necessario per avviare una startup varia notevolmente a seconda delle specificità del progetto e del settore di riferimento. Tuttavia, in linea di massima, si può considerare una suddivisione dei costi come segue:

  1. Aspetti legali: tra 2.000 e 10.000 euro, comprendendo la costituzione della società, registrazione del marchio, tutela della proprietà intellettuale e consulenze legali.
  2. Sviluppo del prodotto o servizio: tra 10.000 e 100.000 euro, a seconda della complessità del prodotto, delle competenze richieste e della necessità di prototipazione o sviluppo software.
  3. Strategie di marketing e vendita: tra 5.000 e 50.000 euro, comprendendo l’elaborazione di un piano di marketing, la creazione di materiale promozionale, la gestione dei canali di comunicazione e le attività di vendita.

Considerando queste voci di spesa, è evidente come i costi fondamentali all’avvio della startup, pur potendo variare notevolmente a seconda delle specifiche esigenze di ciascuna startup, sono tutt’altro che trascurabili.

Proprio per “risparmiare”, le Startup vengono create da team di persone che includono le competenze indispensabili all’avvio. Tuttavia, è molto semplice far naufragare il progetto se, prima di dedicarsi alla costituzione della società, non si prendono accordi chiari circa “chi farà cosa”: questo tipo di accordo tra privati viene chiamato “contratto di investimento” e precede la costituzione della società. 

Anche per questa ragione è indispensabile rivolgersi a professionisti esperti del ramo, come consulenti e avvocati specializzati, per fare un passo dopo l’altro, nel giusto ordine, senza commettere errori cruciali. Vediamo in che modo è possibile finanziarsi.

Quali sono le possibili fonti di finanziamento e quali i rischi correlati?

Come abbiamo visto, il “contratto di investimento” – che poi non è altro che l’accordo tra i fondatori – deve tenere conto di quali saranno gli sforzi in termini di tempo e di risorse economiche per la fase di avvio della Startup. Le possibili fonti di finanziamento includono:

  1. Finanziamenti personali: l’investimento degli stessi fondatori. Rischi correlati: nessuno specifico, ma potrebbero essere coinvolti sacrifici personali da bilanciare con cura.
  2. Finanziamenti da parte di familiari e amici: prestiti o investimenti effettuati da persone vicine ai fondatori. Rischi correlati: responsabilità, potenziali tensioni nelle relazioni personali.
  3. Business angels: investitori privati che mettono a disposizione capitale e competenze. Rischi correlati: cessione di quote societarie e potenziale perdita di controllo sulla startup.
  4. Venture capital: società di investimento specializzate in startup e imprese in crescita. Rischi correlati: cessione di quote societarie significative, perdita di controllo e coinvolgimento attivo degli investitori nel processo decisionale.
  5. Finanziamenti pubblici: sovvenzioni, contributi a fondo perduto e incentivi offerti da enti governativi e istituzioni pubbliche. Rischi correlati: burocrazia, tempistiche di erogazione e possibile adempimento a requisiti specifici che distraggono dalle priorità di sviluppo.
  6. Crowdfunding: raccolta di fondi da un’ampia base di investitori attraverso piattaforme online. Rischi correlati: commissioni delle piattaforme, marketing per promuovere la campagna e impegno nel soddisfare le aspettative dei contributori.
  7. Incubatori e acceleratori: programmi che offrono supporto, mentoring e finanziamenti alle startup selezionate. Rischi correlati: cessione di quote societarie e adesione a un programma prestabilito (non sempre la qualità del supporto ricevuto è adeguata).

Ciascuna di queste fonti di finanziamento presenta vantaggi e svantaggi. La verità è che nessuno finanzia le startup gratuitamente e, ad eccezione dei bandi pubblici a fondo perduto, tutti vogliono qualcosa in cambio e, pertanto, esistono dei rischi correlati o un prezzo da pagare. 

Quindi, anche per “finanziarsi” è consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato nella gestione di questa fase per redigere un contratto coerente con quello che si ha in mente. Anche quando nel team dei fondatori esiste già un avvocato o un commercialista, è opportuno rivolgersi a un professionista terzo, che possa fungere da mediatore e considerare gli interessi di tutte le parti coinvolte in modo imparziale.

Come variano i costi nel corso del tempo?

I costi di una startup variano in relazione a diversi fattori, tra cui l’espansione del business, l’evoluzione del mercato e le esigenze interne dell’organizzazione. Alcuni costi potrebbero rimanere stabili o addirittura diminuire mentre altri potrebbero aumentare considerevolmente.

Per ottimizzare tali costi, è possibile adottare diverse strategie:

  • Monitoraggio costante: tenere traccia delle spese e analizzare i dati per individuare tendenze, inefficienze e opportunità uniche.
  • Riduzione dei costi fissi: valutare l’adozione di soluzioni più economiche per l’ufficio, l’energia, la logistica e altri servizi essenziali.
  • Ottimizzazione dei processi: migliorare l’efficienza operativa attraverso l’automazione, l’implementazione di tecnologie avanzate e la riduzione degli sprechi.
  • Gestione del personale: adottare strategie di assunzione flessibili, come il lavoro remoto, il lavoro a progetto o l’utilizzo di freelance per ridurre i costi legati al personale.
  • Negoziazione con fornitori e partner: cercare di ottenere condizioni più favorevoli, sconti o promozioni che possano ridurre i costi di approvvigionamento e di servizi esterni.
  • Collaborazioni e sinergie strategiche: instaurare relazioni con altre imprese per condividere risorse e competenze, aumentando l’efficienza e riducendo le spese.
  • Diversificazione delle fonti di reddito: sviluppare nuovi prodotti, servizi o canali di vendita, diversi tra loro, per aumentare il fatturato e ridurre i rischi.
  • Monitorare e ottimizzare i costi di gestione e manutenzione è fondamentale per garantire la sostenibilità e la crescita di una startup. 

Collaborare con esperti e adottare un approccio proattivo alla gestione finanziaria può contribuire a garantire il successo a lungo termine dell’impresa. Per avviare una startup o un’impresa servono intuizioni, tempismo e competenze specifiche.

Si tratta di un’operazione che, anche se sembra matematica, non lo è affatto. Quando si tratta di fare impresa, un calcolo come 1+1+1 può fare 3, 10 oppure 100 a seconda di una grande variabilità di fattori e circostanze. Rivolgersi a professionisti esperti del settore può fare la differenza.

Come muovere i primi passi?

È possibile semplificare i costi associati all’avvio di una startup suddividendoli in cinque fasi o categorie principali:

  1. Fase di autovalutazione: comprende il tempo e le risorse impiegate per valutare l’idea imprenditoriale, le competenze, le aspirazioni e la fattibilità dell’idea (di prassi questa fase va gestita in regime di segreto).
  2. Fase di ricerca e validazione: include l’analisi del mercato, dei competitor e la raccolta di feedback attraverso test preliminari. I costi coinvolti riguardano anche eventuali spese per l’accesso a report di settore o consulenze esterne (ad esempio, in caso di prodotti o processi innovativi, è necessario valutare i costi di prototipazione e brevettazione prima della divulgazione dell’idea stessa).
  3. Fase di pianificazione: si riferiscono alla creazione del Business Plan, alla ricerca di co-founder e alla formazione del team. In questa fase, si considera anche la spesa per eventuale consulenza professionale (in un paese come l’Italia, dove la pressione fiscale raggiunge e supera il 50%, quando si parla di business planning non basta fare una “lista della spesa”).
  4. Fase di sviluppo e legale: comprende la realizzazione del prodotto o del servizio (sviluppo e prototipazione), gli aspetti legali come la costituzione della società e la tutela della proprietà intellettuale (attenzione che, in caso di brevetto, bisogna mantenere il segreto fino al deposito per non perdere i relativi diritti). Inoltre, vanno considerati i costi per la sede o la struttura, se necessaria.
  5. Fase di lancio o finanziamento: include le spese per la promozione e la vendita del prodotto o servizio, la creazione di un pitch efficace e la ricerca di finanziamenti. In questa fase, si considerano anche le spese per eventuali campagne pubblicitarie, eventi promozionali e partecipazione a fiere o conferenze.

Qual è il ruolo dello studio legale durante l’avvio?

Uno studio legale come Canella Camaiora offre una vasta gamma di servizi legali per aiutare le startup in fase di avvio, garantendo la conformità alle normative e minimizzando i rischi legali. Tra i servizi offerti, è possibile individuare:

Scegliere uno studio legale come Canella Camaiora per la consulenza necessaria durante la fase di avvio di una startup offre numerosi vantaggi, tra cui:

  1. Esperienza specifica nel settore delle “nuove imprese” (basato però anche sull’esperienza conseguita nella consulenza prestata alle “grandi imprese”);
  2. Capacità di prevenire e risolvere problemi legali, riducendo i rischi e i costi associati;
  3. Assistenza nella gestione di questioni complesse e interdisciplinari, grazie a un team e alla sinergia con professionisti specializzati in diversi ambiti;
  4. Accesso a una rete di contatti e risorse utili per la crescita e lo sviluppo della startup, ad esempio nella ricerca di bandi e finanziamenti.

Affidarsi a uno studio legale con esperienza nel settore delle startup può fare la differenza nel garantire un avvio più solido per la nuova impresa, contribuendo a creare le basi per trasformare un’idea di valore in un business duraturo.

Riproduzione riservata ©
Data di pubblicazione: 6 Aprile 2023
Ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023
Avv. Arlo Cannela

Avvocato Arlo Canella

Managing Partner dello studio legale Canella Camaiora, iscritto all’Ordine degli Avvocati di Milano, appassionato di Branding, Comunicazione e Design.
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