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Il Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017): struttura e finalità

Pubblicato in: Business
di Margherita Manca
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Negli ultimi anni, il mondo del non profit ha subito un’importante trasformazione grazie al Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017). Questa legge ha finalmente messo ordine in un settore che, fino a quel momento, era regolato da norme sparse e poco coordinate.

Ma cosa significa e cosa comporta, in concreto, per associazioni, fondazioni e imprese sociali? Quali opportunità e obblighi introduce per chi opera in questo ambito?

In questo contributo cercheremo di spiegare in modo chiaro e accessibile la struttura e le finalità del Codice, esaminando gli aspetti pratici che possono interessare chi gestisce o vuole avviare un’attività nel Terzo Settore.

Perché il Codice del Terzo Settore era necessario?

Fino al 2017, il non profit in Italia era un mondo frammentato, con regole diverse a seconda del tipo di ente: ONLUS, ODV, APS, cooperative sociali… Ogni categoria aveva la sua normativa, con differenze anche negli aspetti fiscali e amministrativi.

La riforma ha risposto a una necessità concreta: creare un quadro normativo unitario e chiaro, che consentisse agli enti non profit di operare con maggiore sicurezza e trasparenza.

Con il CTS, il legislatore ha voluto uniformare le norme, rendere il settore più trasparente e facilitare l’accesso a incentivi e finanziamenti. L’obiettivo finale? Favorire la crescita del Terzo Settore e il suo impatto sociale.

Uno degli aspetti più innovativi della riforma è stata la creazione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), che vedremo nel prossimo paragrafo.

Il RUNTS: il registro che dà credibilità agli enti del Terzo Settore

Il RUNTS è una piattaforma digitale gestita dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Qui vengono registrati ufficialmente tutti gli Enti del Terzo Settore (ETS), cioè le organizzazioni che rispettano i criteri della riforma.

Perché è così importante? Perché senza l’iscrizione al RUNTS, un ente non può essere considerato ETS e quindi non può accedere ai vantaggi previsti dal Codice, come le agevolazioni fiscali e i finanziamenti pubblici.

Il Codice del Terzo Settore non include automaticamente tutte le organizzazioni non profit nel suo perimetro. Per rientrare ufficialmente tra gli ETS e beneficiare delle agevolazioni previste, un’organizzazione deve appartenere a una delle categorie riconosciute dalla legge e iscriversi al RUNTS.

Chi deve iscriversi al RUNTS?

Il Codice identifica specifiche categorie di enti che possono farne parte, tra cui:

  • le organizzazioni di volontariato, ossia enti senza scopo di lucro composti prevalentemente da volontari, i quali mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze senza retribuzione (es. associazioni che operano in ambito socio-sanitario);
  • le associazioni di promozione sociale, che coinvolgono sia volontari che lavoratori retribuiti. La loro attività è rivolta non solo ai soci ma anche alla collettività (es. associazioni culturali);
  • le imprese sociali che svolgono attività economiche e produttive, ma con lo scopo di generare un impatto sociale. Esse rappresentano un modello innovativo che coniuga sostenibilità economica e impatto sociale, permettendo di creare lavoro e fornire servizi essenziali alla comunità;
  • le fondazioni ed enti filantropici, ossia enti senza fini di lucro che gestiscono patrimoni destinati a progetti di utilità sociale; esse si basano su un fondo patrimoniale iniziale che ne garantisce la stabilità (es. fondazioni bancarie);
  • le associazioni riconosciute e non riconosciute che perseguono finalità di interesse generale, tra cui finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.

Uno degli aspetti più rilevanti della riforma è l’eliminazione della figura delle ONLUS, che per anni ha rappresentato una delle principali forme di organizzazione non profit in Italia.

Le ONLUS devono adeguarsi al nuovo quadro normativo e scegliere tra iscriversi al RUNTS come ETS, adattando il proprio statuto; trasformarsi in un altro tipo di ente, chiudere o rimanere fuori dal Terzo Settore, perdendo le agevolazioni fiscali.

Quali vantaggi offre il Codice del Terzo Settore?

Aderire al Codice del Terzo Settore non significa solo rispettare nuove regole, ma anche accedere a numerose opportunità. Tra i principali vantaggi ci sono:

  • l’esenzione dall’imposta sul reddito per determinate entrate, riduzione dell’IVA, esenzione dall’imposta di registro, regimi forfettari semplificati;
  • la possibilità di partecipare a bandi e contributi statali, regionali e comunali, finanziamenti europei, accordi e convenzioni con la PA;
  • l’iscrizione al RUNTS che è uno strumento che aumenta la fiducia e la visibilità degli enti;
  • la possibilità di svolgere attività commerciali senza perdere la qualifica di ETS, a patto che le attività siano strumentali e secondarie rispetto alle finalità sociali dell’ente; i proventi non possono essere distribuiti ma devono essere reinvestiti; l’ente deve rispettare i limiti previsti per mantenere la qualifica di ETS.

In merito a quest’ultimo punto, va segnalato che il Codice prevede che gli stipendi dei dipendenti debbano essere coerenti con il settore e non superiori del 40% rispetto ai compensi medi previsti per il pubblico impiego. Inoltre, i dirigenti possono percepire una retribuzione, ma devono dichiararla pubblicamente se l’ente supera i 100.000 euro di entrate annue.

Questo sistema garantisce che gli ETS operino con uno spirito realmente solidale e non a scopo di lucro, mantenendo la loro missione di interesse generale.

Quali obblighi deve rispettare un ETS?

Uno degli obblighi più importanti per gli ETS è la redazione e pubblicazione del bilancio annuale, che permette di monitorare entrate, uscite e utilizzo delle risorse.

A seconda della dimensione dell’ente, il Codice prevede due tipi di bilanci:

  • il bilancio economico-finanziario annuale, obbligatorio per tutti gli ETS deve contenere entrate e uscite dettagliate, attività svolte e relative spese, patrimonio e riserve;
  • il bilancio sociale, obbligatorio per gli ETS con ricavi, rendite o entrate superiori a 1 milione di euro, include impatto sociale delle attività svolte, relazioni con stakeholder, volontari e beneficiari, indicatori di performance e risultati raggiunti.

Tutti i bilanci devono essere depositati presso il RUNTS e, in alcuni casi, pubblicati sul sito web dell’ente per garantire la massima trasparenza. Il mancato rispetto di questo obbligo può comportare sanzioni amministrative e persino la cancellazione dal RUNTS, con la conseguente perdita dei benefici fiscali.

Per garantire la massima trasparenza verso donatori, istituzioni e cittadini, il Codice impone agli ETS di pubblicare informazioni chiave. In particolare, gli ETS devono comunicare in modo chiaro e accessibile:

  • compensi e rimborsi agli amministratori;
  • elenco delle fonti di finanziamento, incluse donazioni, contributi pubblici e privati;
  • attività svolte e risultati ottenuti.

Inoltre, se l’ETS riceve contributi pubblici superiori a 10.000 euro annui, è obbligato a pubblicare un resoconto dettagliato su come sono stati utilizzati i fondi.

La mancata pubblicazione delle informazioni richieste può comportare:

  • multe e sanzioni amministrative;
  • perdita della qualifica di ETS e delle agevolazioni fiscali;
  • danno reputazionale, con conseguente perdita di fiducia da parte di donatori e finanziatori.

Conclusione: rispettare le regole per crescere

Il Codice del Terzo Settore ha portato con sé nuove regole, ma anche grandi opportunità per chi opera nel mondo non profit. Le agevolazioni fiscali, l’accesso ai finanziamenti e il maggiore riconoscimento pubblico rendono la qualifica di ETS estremamente vantaggiosa.

Tuttavia, essere un ETS non significa solo ottenere benefici fiscali e finanziamenti, ma anche rispettare regole precise che garantiscono trasparenza e correttezza.

Gli adempimenti, che possono sembrare complessi, sono in realtà essenziali per accedere ai vantaggi del Terzo Settore e operare in modo serio e professionale.

Per questo, è fondamentale affidarsi a esperti del settore che possano guidare gli ETS nella gestione legale e fiscale, evitando rischi e sanzioni. Un ente ben organizzato, trasparente e conforme alla normativa non solo cresce e ottiene più finanziamenti, ma guadagna anche la fiducia di donatori, partner e istituzioni, garantendo un impatto positivo duraturo sulla società.

© Canella Camaiora Sta. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: 29 Aprile 2025

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Margherita Manca

Avvocato presso lo Studio Legale Canella Camaiora, iscritta all’Ordine degli Avvocati di Milano, si occupa di diritto industriale
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