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Costi e procedure per la registrazione di un brevetto nazionale ed europeo

Pubblicato in: Proprietà Intellettuale
di Edoardo Gasparetto
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Questo articolo esplora le principali opzioni di protezione brevettuale, confrontando il brevetto nazionale italiano con il brevetto europeo. Entrambe le soluzioni offrono una copertura ventennale, ma con differenze significative per portata territoriale e costi. Il brevetto italiano garantisce una tutela mirata al mercato nazionale, mentre il brevetto europeo consente di estendere la protezione fino a 38 Stati, con procedure aggiuntive di validazione locale. Viene descritto il percorso per ottenere un brevetto in Italia, dall’iniziale deposito alla ricerca di anteriorità condotta dall’EPO, che fornisce indicazioni preliminari sui requisiti di brevettabilità. Il bando Brevetti+ per le PMI italiane viene segnalato come opportunità di finanziamento, insieme a suggerimenti pratici per evitare errori comuni nella registrazione, come la redazione di descrizioni troppo generiche e l’importanza di una consulenza brevettuale qualificata. Infine, l’articolo evidenzia come il Patent Cooperation Treaty (PCT) possa rappresentare una soluzione vantaggiosa per chi intende estendere la protezione in più Paesi, offrendo flessibilità e risparmio di risorse.

Brevetto italiano vs. brevetto europeo

Il brevetto italiano è una risorsa indispensabile per chi desidera proteggere un’invenzione nel territorio nazionale. Con una durata di 20 anni dalla data di deposito, il brevetto viene rilasciato dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) secondo la normativa italiana. La protezione, limitata al solo territorio italiano, rende eventuali controversie soggette al sistema giudiziario italiano, assicurando così una tutela specifica per il mercato interno.

Uno degli aspetti più rilevanti del processo di brevettazione è l’emissione, entro 9 mesi dalla domanda, di un rapporto di ricerca e di un’opinione di brevettabilità da parte dell’UIBM (per approfondire, si v. “La Procedura di Brevettazione: Ricerca di Anteriorità, Uffici IP, Procedure e Costi”). Questo documento, offerto gratuitamente, fornisce un’indicazione preliminare sui requisiti di novità e originalità dell’invenzione, aiutando il richiedente a comprendere meglio le possibilità di ottenere il brevetto. In base alle indicazioni fornite nel rapporto, l’UIBM può richiedere modifiche alle rivendicazioni per allinearsi agli standard di brevettabilità ed evitare il rischio di rigetto.

Per chi ambisce a una protezione oltre i confini italiani, il brevetto europeo rappresenta una valida opzione (per approfondire, si v. “Linee guida sul deposito del Brevetto Europeo”). Anche questo ha una durata di 20 anni, ma copre fino a 38 Stati, inclusi tutti i membri dell’UE, oltre a Paesi come Svizzera e Turchia. Tuttavia, ottenere un brevetto europeo non equivale a una protezione automatica in tutti i Paesi designati: è necessaria la cosiddetta validazione entro tre mesi dalla concessione, adattandosi alle procedure di ogni Paese e versando le relative tasse, a meno che non si scelga il brevetto unitario (per approfondire, si v. “Il Brevetto Unitario Europeo: domande e risposte”).

In sintesi, il brevetto italiano offre una protezione efficace e mirata per il mercato interno, mentre il brevetto europeo apre le porte a una tutela internazionale, a fronte di un processo di validazione più articolato.

La procedura di brevettazione in Italia

Il percorso per ottenere un brevetto è un processo lungo, che richiede cura e attenzione sin dalle sue prime fasi. Questo iter è suddiviso in diverse tappe, ognuna delle quali richiede precisione e accuratezza.

Il primo passo è il deposito della domanda di brevetto, che deve includere una descrizione dettagliata dell’invenzione, le rivendicazioni e, se necessario, eventuali disegni. Ogni documento deve essere redatto con estrema precisione, poiché eventuali imprecisioni possono causare ritardi o complicazioni. Una volta depositata, la domanda rimane segreta per i primi 18 mesi, ma il richiedente può decidere di renderla pubblica prima, rendendo i documenti accessibili già dopo 90 giorni dal deposito.

Segue poi un esame preliminare amministrativo e tecnico da parte dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM), che verifica la completezza della documentazione, la regolarità dei pagamenti e l’assenza di motivi di esclusione dalla brevettabilità.

Superato questo passaggio, viene avviata una ricerca di anteriorità condotta dall’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO), su delega dell’UIBM. L’EPO redige un rapporto di ricerca, accompagnato da un’opinione sui requisiti di brevettabilità, valutando novità, attività inventiva e applicabilità industriale. Questo documento offre al richiedente una panoramica preliminare sulle probabilità di ottenere il brevetto, e costituisce una base per decidere se estendere la protezione a livello internazionale entro 12 mesi, sfruttando il diritto di priorità.

Il richiedente ha quindi 3 mesi di tempo per presentare eventuali osservazioni o modifiche alla domanda. Il processo, nel complesso, richiede circa 24-25 mesi per concludersi. Se tutto procede positivamente, si arriva alla concessione del brevetto; in caso contrario, la domanda viene rifiutata, e il richiedente ha 60 giorni per fare ricorso dalla comunicazione di rigetto.

Questo iter complesso garantisce una protezione in linea con la normativa vigente, ma richiede impegno e attenzione in ogni fase, per assicurarsi che l’invenzione riceva il riconoscimento e la tutela che merita (per approfondire, si v. “Guida alla brevettazione e ai costi associati” di A. Canella.

Le alternative disponibili per tutelare un invenzione

Registrare un brevetto all’interno dell’Unione Europea offre diverse opzioni, ciascuna con vantaggi e requisiti distinti.

  • Il brevetto europeo tradizionale conferisce diritti equivalenti a un brevetto nazionale in ogni Stato designato, una volta completata la convalida nei Paesi selezionati. Questa opzione richiede il pagamento di tasse di convalida per ciascuno Stato in cui si desidera protezione, ma offre un controllo preciso su quali Stati includere. Se il titolare non richiede l’opt-out, il Tribunale Unificato dei Brevetti gestirà le eventuali controversie per gli Stati partecipanti; altrimenti, ci si rivolgerà ai tribunali nazionali.
  • Il brevetto unitario è una novità introdotta dal 1 giugno 2023: consente di ottenere una protezione simultanea in 18 Paesi UE che hanno ratificato l’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB), tra cui Germania, Francia, Italia, e Svezia. Questo tipo di brevetto è rilasciato dall’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) e offre una copertura integrata con il pagamento di un’unica tassa di rinnovo direttamente all’EPO, rendendo la gestione più snella. Al 26 settembre 2024, l’EPO aveva già concesso 36.006 brevetti europei con effetto unitario, di cui 1.974 di origine italiana, rappresentando il 5,4% del totale.

Entro un mese dalla concessione, il titolare può scegliere di:

  1. Trasformare il brevetto europeo in brevetto unitario con effetto immediato in tutti gli Stati aderenti (si v. “Il Brevetto Unitario Europeo: domande e risposte”);
  2. Mantenere il brevetto europeo tradizionale, trasformandolo in un fascio di brevetti nazionali nei singoli Stati designati (si v. “Linee guida sul deposito del Brevetto Europeo”).

Tuttavia, non tutti gli Stati UE aderiscono al sistema unitario. Se la protezione è necessaria anche in Stati non partecipanti, il titolare può optare per il brevetto europeo tradizionale.

In alternativa, resta la possibilità del brevetto nazionale. Questa opzione limita la protezione al singolo Stato in cui viene depositato, con costi e procedure variabili. Pur offrendo meno flessibilità rispetto ai brevetti europei, rappresenta una soluzione adeguata per chi intende concentrare la propria protezione brevettuale in un mercato specifico.

Ciascuna opzione ha implicazioni diverse in termini di portata geografica, gestione dei costi e competenza giudiziaria per eventuali controversie (per approfondire, si v. “Tribunale unificato dei brevetti: perché scegliere l’opt-out?”). Scegliere la via più adatta significa valutare con attenzione il proprio mercato di riferimento e l’ampiezza della protezione desiderata.

Costi associati alla registrazione e suggerimenti pratici

I costi di registrazione di un brevetto rappresentano una variabile centrale nella scelta della strategia brevettuale più adatta. Optare per un brevetto nazionale italiano consente di contenere le spese iniziali: la tassa di deposito telematico è di €50,00 (sia per i brevetti di invenzione sia per i modelli di utilità), mentre il costo della ricerca brevettuale per le PMI è ridotto, con un importo tra €200,00 e €300,00. I costi di mantenimento annuale aumentano progressivamente per i brevetti di invenzione, da €60,00 fino a €650,00 al 20º anno; per i modelli di utilità, invece, è previsto un contributo quinquennale unico di €500,00.

Per una protezione più ampia, il brevetto europeo è un’opzione con costi iniziali più elevati. Le tasse di deposito e ricerca si aggirano tra €1.400,00 e €1.600,00, a seconda della complessità della documentazione, cui si aggiungono €2.210,00 per l’esame e designazione e €925,00 per pubblicazione e stampa. Ogni Stato richiede poi una tassa di convalida e costi annuali variabili tra €500,00 e €2.000,00 per Stato, nei vent’anni di validità complessiva. Per una stima dettagliata di tutte le spese, incluse spese vive e onorari, è utile consultare strumenti di calcolo interattivi, come quello gratuito offerto sul sito dello studio Canella Camaiora (si v. strumento di calcolo – preventivo brevetti).

Un’interessante opportunità per le PMI italiane è il bando Brevetti+, che offre contributi a fondo perduto fino a €140.000 per coprire spese di ingegnerizzazione, sperimentazione e produzione, destinati a progetti di industrializzazione e valorizzazione dei brevetti. Sebbene lo sportello 2024 sia stato chiuso il 29 ottobre 2024 per esaurimento fondi, monitorare questo e altri bandi annuali può essere utile per chi desidera sfruttare simili agevolazioni. Per restare aggiornati è possibile iscriversi alla Newsletter dello studio Canella Camaiora ed essere avvisati per tempo delle prossime edizioni di questo tipo di bandi e agevolazioni.

Seguire alcuni accorgimenti pratici può evitare problemi durante il processo di deposito:

  1. Prima di tutto, è fondamentale redigere una descrizione dettagliata e accurata dell’invenzione. Le spiegazioni troppo generiche rappresentano un errore comune, che può compromettere la domanda. È invece essenziale mettere in risalto gli aspetti tecnici e innovativi che rendono unica l’invenzione rispetto allo stato dell’arte (si v. Quando è il momento ideale per depositare un brevetto: prima o dopo la fondazione della startup?”).
  2. Altro aspetto importante è la consulenza di un esperto brevettuale. Evitare il fai-da-te può risparmiare costi e risorse a lungo termine: un consulente esperto aiuta a impostare una strategia efficace, prevenendo errori formali e strategici che rischierebbero di compromettere l’intera procedura.
  3. Se l’invenzione ha potenziale internazionale, il Patent Cooperation Treaty (PCT) è una soluzione vantaggiosa: consente di depositare una singola domanda e di estendere la protezione in oltre 150 Paesi, con una finestra di 30 mesi per scegliere in quali Stati effettivamente ottenere il brevetto. Questo approccio ottimizza tempo e risorse, mantenendo aperte opzioni in diversi mercati.
  4. Infine, è consigliabile effettuare una ricerca di anteriorità accurata utilizzando le numerose banche dati brevettuali online. Consultare questi archivi permette di individuare eventuali brevetti o pubblicazioni simili che potrebbero compromettere la novità dell’invenzione. Effettuare questa verifica prima del deposito evita investimenti su domande destinate al rigetto per mancanza di novità o per il carattere ovvio dell’invenzione (si v. verifica di brevettabilità e ricerca di anteriorità).

Gestire attentamente ogni fase del deposito brevettuale e affidarsi a professionisti competenti consente di ottenere una protezione solida e duratura. Anche se i costi possono essere significativi, una pianificazione strategica e l’utilizzo degli incentivi disponibili possono rendere il percorso più accessibile e garantire risultati efficaci.

 

© Canella Camaiora Sta. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: 7 Novembre 2024
Ultimo aggiornamento: 19 Novembre 2024

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