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Valutazione economica dei beni immateriali e del software

Pubblicato in: Proprietà Intellettuale
di Arlo Canella
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I beni immateriali, come il software e altri diritti di proprietà intellettuale, rappresentano una parte sempre più rilevante delle risorse aziendali, soprattutto nel settore tecnologico. Questo articolo esamina l’importanza di tali beni, le sfide associate alla loro valutazione economica e le principali metodologie utilizzate per stimarne il valore. Il software è analizzato nel dettaglio, evidenziando le sue particolarità come bene immateriale e il ruolo del software escrow per la protezione del codice sorgente. Inoltre, viene esplorato l’impatto strategico dei beni immateriali sulle decisioni aziendali, in contesti come fusioni, acquisizioni, finanziamenti e controversie legali. L’articolo sottolinea l’importanza di una corretta gestione del rischio e della titolarità dei diritti IP per valorizzare al massimo questi asset intangibili.

Cosa sono i beni immateriali e perché sono rilevanti?

I beni immateriali sono risorse aziendali prive di consistenza fisica, ma con un elevato valore economico per l’impresa. Tra i più comuni troviamo brevetti, marchi, segreti commerciali (know-how) e, sempre più di frequente, il software. A differenza dei beni materiali come macchinari o edifici, i beni immateriali non possono essere toccati, ma offrono vantaggi competitivi significativi.

Negli ultimi decenni, l’importanza dei beni immateriali è cresciuta parallelamente all’espansione del settore tecnologico e alla crescente rilevanza delle informazioni e della conoscenza come risorse economiche. Un brevetto può garantire un’esclusiva temporanea su una tecnologia, mentre un marchio può rafforzare l’identità di un prodotto e aumentare la fedeltà dei clienti. Imprese come Microsoft e Apple fondano gran parte del loro valore su beni intangibili, come i diritti sul software e i brevetti tecnologici.

La protezione legale di questi beni è indispensabile per preservarne il valore. Brevetti, copyright e marchi offrono una tutela giuridica che impedisce a terzi di sfruttare idee innovative senza autorizzazione. Tale protezione rende i beni immateriali fondamentali per la strategia competitiva di un’azienda si v. anche: “La proprietà del software nei raggruppamenti temporanei di imprese” di A.Canella).

 

La valutazione economica di questi beni, tuttavia, presenta diverse cricità. Mentre i beni materiali possono essere valutati con metodi tradizionali, i beni immateriali richiedono metodologie più complesse. Le imprese moderne devono investire nella gestione e nella valorizzazione dei beni immateriali, che rappresentano asset strategici e risorse indispensabili per la crescita.

Ma come si possono valutare correttamente questi beni? Nel prossimo paragrafo analizzeremo le principali macro-metodologie utilizzate dai professionisti per stimare il valore economico dei beni immateriali…

Metodi di valutazione: quale scegliere per i beni immateriali?

Valutare i beni immateriali richiede un approccio complesso, poiché non esiste un valore di mercato immediato, come accade per i beni materiali. Tuttavia, esistono diverse metodologie accettate per stimare il valore di un bene immateriale: metodo del costo, metodo di mercato e metodo reddituale. La scelta del metodo dipende dal tipo di bene e dal contesto aziendale (per approfondire: “la valutazione legale del software: aspetti tecnici, legali ed economici” di V. Panizza).

  1. Il metodo del costo si basa sul principio che un investitore non pagherebbe più di quanto costerebbe riprodurre lo stesso bene. Ad esempio, un software o una banca dati possono essere valutati calcolando le spese necessarie per svilupparne uno con funzionalità simili. Questo metodo è utile per beni sviluppati internamente, ma ha un limite significativo: non considera i benefici economici futuri.
  2. Il metodo di mercato confronta il bene immateriale con transazioni simili avvenute su mercati comparabili. Ad esempio, il valore di un software può essere stimato guardando al prezzo pagato per software simili. Tuttavia, la scarsità di dati comparabili, soprattutto per beni immateriali unici, rappresenta una limitazione importante.
  3. Il metodo reddituale, invece, è il più utilizzato per beni immateriali che generano flussi di cassa. Stima il valore attuale dei futuri flussi di cassa attesi, utilizzando un tasso di sconto che tiene conto dei rischi legati all’incertezza dei guadagni futuri. Tra i metodi reddituali più comuni troviamo il metodo dei redditi eccedenti e il metodo del risparmio sui canoni, che valuta quanto un’azienda risparmierebbe evitando di pagare licenze.

In sintesi, la scelta del metodo varia in base alla natura del bene e all’obiettivo della valutazione. Se il bene è sostituibile, il metodo del costo può bastare; se ci sono dati comparabili, il metodo di mercato è una buona scelta; per beni che generano flussi di cassa, il metodo reddituale è il più indicato. L’uso combinato di più metodi può garantire una valutazione più realistica.

Ma quali sono i rischi principali che possono minare il valore di un bene immateriale? Nel prossimo paragrafo esploreremo le minacce alla protezione e alla valorizzazione di questi asset…

Il software come bene immateriale: quali particolarità?

Tra i beni immateriali, il software occupa una posizione particolare. È essenziale per moltissime aziende, in particolare nei settori tecnologici e digitali, ma la sua valutazione economica è complessa. A differenza di altri beni immateriali, il software è generalmente protetto dal diritto d’autore e monetizzato attraverso licenze d’uso, ma solo in casi specifici può beneficiare della tutela brevettuale (per approfondire: “gli strumenti di tutela legale del software” di M. Manca).

Una delle particolarità del software è la sua rapida obsolescenza tecnologica. Il progresso continuo del settore implica che, senza aggiornamenti costanti, il software può perdere valore in tempi molto brevi. Questo incide non solo sulla sua durata utile in bilancio, ma anche sul suo ruolo strategico all’interno dell’azienda. Le imprese devono pianificare attentamente investimenti in aggiornamenti per preservarne la rilevanza strategica.

Inoltre, il software può essere suddiviso in:

  • Software di base (es. sistemi operativi), strettamente collegato all’hardware;
  • Software applicativo (es. gestionali), progettato per rispondere a esigenze specifiche.

Queste due categorie hanno implicazioni diverse sulla valutazione economica. Il software di base è spesso integrato nel valore complessivo dell’hardware, mentre il software applicativo viene trattato come una immobilizzazione immateriale separata.

Un altro elemento chiave è la protezione legale. Sebbene il software possa essere protetto da copyright, alcuni programmi possono anche ottenere brevetti se dimostrano un’innovazione tecnica significativa. Questo lo distingue da altri beni immateriali, come i marchi, che hanno una protezione legale più stabile e uniforme.

La valutazione del software richiede approcci personalizzati. Per software che generano flussi di cassa, come i programmi venduti tramite licenza, il metodo reddituale è il più indicato. Al contrario, per software sviluppati internamente, si può applicare il metodo del costo, stimando il valore in base alle spese di sviluppo. Il metodo di mercato è meno comune, vista la difficoltà nel reperire dati comparabili.

Ma oltre alla protezione legale, quali sono le strategie più efficaci per garantire che il software mantenga il suo valore nel tempo? Nel prossimo paragrafo vedremo come le aziende possono gestire al meglio la proprietà intellettuale per massimizzare il potenziale di questi beni intangibili.

Valutazione e gestione dell’asset: come il software influisce sulle decisioni aziendali?

La valutazione dei beni immateriali, come il software e i diritti di proprietà intellettuale (IP), ha un impatto strategico diretto sulle decisioni aziendali, specialmente in operazioni come fusioni e acquisizioni, raccolta di finanziamenti e controversie legali (per approfondire: “Codice sorgente: la software house è tenuta a consegnarlo al committente?” di A. Canella). Tuttavia, prima di procedere alla stima monetaria, è essenziale verificare la titolarità e la disponibilità dei diritti sui beni immateriali.

Per quanto riguarda il software, una preliminare verifica della titolarità dei diritti IP da parte dell’azienda è indispensabile. Occorre assicurarsi che gli autori o sviluppatori siano stati contrattualizzati correttamente e che i diritti di sfruttamento economico del software siano effettivamente in capo all’azienda. Inoltre, la disponibilità del codice sorgente è un fattore chiave: senza accesso al codice sorgente, la capacità di aggiornare o mantenere il software potrebbe essere compromessa, riducendo significativamente il suo valore.

In questo contesto, strumenti come il software escrow svolgono un ruolo fondamentale. Un contratto di escrow consente di depositare il codice sorgente presso una terza parte fidata, garantendo che l’azienda possa accedervi in caso di eventi specifici, come il fallimento del fornitore o l’inadempimento contrattuale. La presenza di un accordo di escrow può migliorare la valutazione del software, poiché riduce i rischi legati alla mancata disponibilità del codice sorgente (per approfondire: “Il rischio di dipendenza dal fornitore tecnologico e come tutelarsi con il Software Escrow” di M. Manca).

Nelle fusioni e acquisizioni, i beni immateriali come software e brevetti possono rappresentare una parte significativa del valore aziendale. La corretta stima di tali asset, utilizzando il metodo reddituale o il metodo del sollievo dai canoni, può determinare il successo o il fallimento dell’operazione. La disponibilità dei diritti IP e la protezione offerta dal software escrow sono elementi chiave per assicurare la realizzazione dei flussi di cassa previsti.

Anche nella raccolta di finanziamenti, i beni immateriali possono essere utilizzati come garanzia per ottenere credito, ma richiedono una valutazione precisa del loro valore. Gli istituti di credito devono essere certi della disponibilità effettiva dei diritti in capo all’azienda e della protezione offerta da accordi come il software escrow, che può ridurre il rischio percepito legato all’obsolescenza o alla mancanza di accesso al codice sorgente.

Infine, la gestione del rischio legato ai beni immateriali è parte integrante della strategia aziendale. Strumenti come il software escrow, insieme alla registrazione dei diritti IP e al costante aggiornamento del software, contribuiscono a preservare il valore del bene nel tempo, evitando perdite causate da contraffazione o obsolescenza tecnologica.

In conclusione, la valutazione di un bene immateriale come il software richiede non solo una stima monetaria, ma anche una verifica approfondita della disponibilità dei diritti IP, del controllo sul codice sorgente e dell’eventuale contratto di escrow. Solo una gestione attenta di questi aspetti può garantire che l’azienda massimizzi il valore strategico dei propri beni immateriali.

 

© Canella Camaiora Sta. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: 9 Ottobre 2024

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Avv. Arlo Cannela

Avvocato Arlo Canella

Managing Partner dello studio legale Canella Camaiora, iscritto all’Ordine degli Avvocati di Milano, appassionato di Branding, Comunicazione e Design.
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