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Il legame tra lo Zeitgeist e l’evoluzione della gioielleria è profondamente influenzato da designer e stilisti, che trasformano lo spirito del tempo in creazioni di tendenza. In questo contesto, il diritto del design diventa essenziale per proteggere l’unicità e l’innovazione delle opere, salvaguardando il patrimonio creativo dei brand.
Zeitgeist, in tedesco significa “spirito del tempo” e descrive le idee, i valori e le emozioni che caratterizzano una determinata epoca.
Questo concetto fu introdotto da Johann Gottfried Herder, filosofo del XVIII secolo, ma è divenuto celebre grazie a Hegel, che lo declinò in “Volksgeist“, ovvero lo “spirito del popolo“.
Nella sua “Filosofia della Storia” (Vorlesungen über die Philosophie der Weltgeschichte), Hegel spiegava che dietro gli eventi storici si nasconde uno “spirito collettivo”, un vento che soffia attraverso le epoche. Ogni era è caratterizzata da idee contrapposte che si scontrano (tesi e antitesi), portando alla formazione di una nuova sintesi. Questo processo, in continuo movimento, influenza anche la creatività, modellando artisti, scrittori e designer. Romantico, no?
In effetti, è proprio durante l’epoca romantica che questo concetto di spirito del tempo attecchisce. Il romanticismo, infatti, non solo rifletteva tale spirito, ma si opponeva alla razionalità illuminista che l’aveva preceduto.
Il grande Goethe, nel suo Faust, incarna perfettamente il desiderio romantico di spingersi verso l’inesplorato: Faust è disposto a vendere l’anima a Mefistofele per sete di conoscenza. Eppure, Goethe fa pronunciare a Faust questa frase iconica: “quello che voi chiamate lo spirito dei tempi, in fondo è solo lo spirito dei signori, nel quale i tempi si specchiano.”
Goethe ci avverte che lo Zeitgeist potrebbe non essere altro che il riflesso delle scelte delle classi dominanti, rappresentando i loro gusti e interessi piuttosto che una verità universale.
Dallo stile Liberty alla geometria rigorosa dell’Art Déco, ogni epoca ha avuto il suo stile, riflesso del proprio Zeitgeist. Ma come fanno le idee a nascere, diffondersi e diventare tendenze?
Per comprendere come nasce una tendenza, occorre fare un passo indietro, perché, in effetti, qualcosa di alchemico c’è. Si tratta di una miscela di innovazione, risposta a esigenze latenti, cultura popolare e diffusione mediatica. Un processo difficile da innescare, indirizzare e, soprattutto, prevedere. Ma non per questo smette di affascinare sociologi e studiosi.
Di solito, tutto parte da un’intuizione. Un designer o un brand introduce una variazione inizialmente percepita come “disturbante”, ma che in qualche modo risponde a un’esigenza latente della collettività, insinuandosi nei nostri gusti. Potremmo definirla una ribellione che, in fondo, sentiamo giusta, inevitabile.
Fu così per René Lalique, che con i suoi gioielli ispirati alla natura e alle forme organiche, spezzava la tradizione classica e le rigide costrizioni vittoriane. Le sue creazioni, portate alla ribalta da Sarah Bernhardt, rifiutavano i materiali convenzionali e introducevano un’estetica intricata e sinuosa, perfetto riflesso dello spirito dell’Art Nouveau.
Corona Lalique per Sarah Bernhardt – Iletaitunefoislebijou.fr
Poi arrivò Coco Chanel, che rifiutava completamente l’opulenza e l’eccessiva decorazione del Liberty. Chanel incarnava l’essenzialità e la sobrietà modernista proprie dell’Art Déco, con le sue linee geometriche, la funzionalità e il lusso sobrio. I suoi gioielli, semplici ma d’impatto, trasformarono il concetto di lusso, rendendolo accessibile, moderno ed elegante, in netto contrasto con le decorazioni naturali dell’Art Nouveau.
Gioielli Chanel – Vogue.it
Cartier consolidò l’estetica dell’Art Déco con disegni geometrici e raffinati. Una delle icone dell’epoca, Daisy Fellowes, ereditiera e socialite, indossava gioielli Cartier e divenne una delle personalità più influenti nel promuovere il nuovo stile tra le élite internazionali.
Cartier Jewelry – 1stdibs.com
Anche negli anni ’80, la cantante Madonna rese iconiche le croci nei suoi outfit, trasformandole da simbolo religioso a accessorio trasgressivo e di moda, influenzando la cultura pop e il design di gioielli di un’intera generazione.
E poi c’è Carrie Bradshaw, protagonista di Sex and the City, che ha riportato in voga le collane con il nome, rendendole un must-have simbolo di personalità e individualità.
In sintesi, un’idea non si diffonde da sola: entrano in gioco i trendsetter, figure carismatiche che diventano ambasciatori dell’innovazione. Quando il pubblico vede questi gioielli sulle celebrità e nei media, inizia a desiderarli. Le case di gioielleria, cogliendo l’opportunità, producono versioni accessibili degli accessori, rendendoli disponibili per tutti.
Ogni tendenza, però, ha un ciclo: nasce, cresce e può evolversi o sparire. Quali sono le tendenze che dominano oggi il mercato della gioielleria?
Nel mondo della gioielleria contemporanea, i trend attuali riflettono una fusione dinamica tra sostenibilità, personalizzazione e un rinnovato interesse per un lusso vistoso, barocco e opulento.
Il mercato si sta rapidamente adattando a queste nuove esigenze, rispondendo ai consumatori che richiedono trasparenza nell’approvvigionamento dei materiali e pezzi che riflettano la loro individualità.
Un trend centrale è la crescita dei gioielli sostenibili. Marchi come Chopard e Tiffany & Co. sono stati pionieri nell’introduzione di oro riciclato e diamanti sintetici, ottenuti senza i pesanti costi ambientali e sociali legati all’estrazione mineraria (si v. “L’oro di Tiffany è pulito” su Ilpost.it). Chopard utilizza oro certificato etico al 100%, stabilendo uno standard nel settore (si v. “Acciaio riciclato e oro etico: la produzione sostenibile per Chopard” su Forbes.it).
Marchi più giovani, come Mejuri e Monica Vinader, stanno seguendo questa direzione, offrendo gioielli accessibili ma realizzati con un forte riguardo per la sostenibilità (si v. “ESG Case Study: How Mejuri is prioritizing Scope 3 emission reductions to maximize sustainability impact” su Thomsonreuters.com e “Taking the lead: Monica Vinader’s sustainable practices” su Retail-jeweller.com). Questo approccio sta diventando indispensabile per chi cerca di coniugare lusso e responsabilità ambientale, anche se in Italia il tema è ancora relativamente poco conosciuto (si v. “Il gioiello sostenibile? Per l’87% degli italiani è un prodotto interessante ma poco conosciuto” su Pambianconews.com).
Parallelamente alla crescente attenzione verso la sostenibilità, assistiamo al ritorno di un lusso opulento e quasi sfacciato. L’estetica bling e i gioielli ispirati al Barocco, ricchi di dettagli e forme esagerate, stanno avendo un grande successo commerciale. VicenzaOro 2024, tenutasi dal 6 al 10 settembre 2024, ha messo in mostra pezzi imponenti e vistosi, che riflettono il gusto per il grandioso e l’elaborato (si v. “VicenzaOro Settembre 2024: le tendenze del mondo del gioiello confermano il trionfo della luce e del lusso” su Vogue.it).
Questa tendenza verrà ulteriormente esplorata durante la Roma Jewelry Week, dal 27 settembre al 4 ottobre 2024, dove gioielli ispirati all’architettura di Borromini, come bracciali scultura, saranno tra i protagonisti (fonte: “I nuovi gioielli effetto wow, grandi e opulenti si ispirano al Barocco” su Ansa.it).
Come contrappeso, il minimalismo continua a essere un trend dominante, con gioielli caratterizzati da linee pulite e sobrie. I gioielli modulari, oltretutto, sono amatissimi per la loro versatilità, permettendo a chi li indossa di creare uno stile personalizzato (si v. “Jewelry Marketing Trends and Insights: 2024 to 2030”).
Cartier e Boucheron sono pilastri del trend degli anelli impilabili in versione di lusso, mentre marchi come Pandora hanno reso la personalizzazione accessibile a una vasta platea di consumatori, offrendo infinite combinazioni di gioielli su misura. Anche brand come Sarah & Sebastian e Mejuri hanno seguito questa via, proponendo pezzi con incisioni e dettagli che sussurrano storie individuali.
Non meno rilevanti sono i gioielli personalizzabili, sempre più popolari e desiderati. Collane con nomi, braccialetti su misura e gioielli con simboli zodiacali sono diventati un mezzo per esprimere la propria identità.
Infine, il ritorno delle perle, reinterpretate in chiave contemporanea, è un trend da non sottovalutare. Designer come Sophie Bille Brahe e Mikimoto hanno reinventato questo classico, utilizzando perle barocche o asimmetriche e accostandole a materiali moderni per creare pezzi raffinati e innovativi.
In definitiva, il mercato della gioielleria di oggi si muove tra poli opposti: da un lato l’attenzione alla sostenibilità e alla personalizzazione, dall’altro il ritorno a un lusso audace ed estremamente decorativo. Questa dualità rende il settore vibrante, aperto all’innovazione, ma anche al recupero delle tradizioni più affascinanti della storia del design (per approfondire: “Dai diademi sumeri ai serpenti di Bulgari: la storia dell’umanità attraverso il design dei gioielli” su Canellacamaiora.it).
La storia della gioielleria è antica quanto l’umanità stessa, dai primi gioielli della Mesopotamia all’artigianato raffinato dell’Antico Egitto. A uno sguardo superficiale, potrebbe sembrare che nel design del gioiello tutto sia già stato esplorato e che non ci sia più nulla da inventare. Tuttavia, il settore continua a produrre nuove idee, registrare marchi e proteggere design. Ma perché? Qual è il vero motivo dietro questa continua innovazione?
Anche se i gioielli esistono da migliaia di anni, la loro capacità di evolversi e adattarsi alle nuove tendenze è ciò che mantiene viva la creatività. Ogni epoca è caratterizzata dal proprio Zeitgeist, che guida l’evoluzione del gusto estetico. Le perle, ad esempio, sono state utilizzate per secoli: Elisabetta I è spesso raffigurata adornata di perle, simbolo della regina vergine. Oggi, però, le perle vengono ripensate in modo innovativo: design asimmetrici, abbinamenti con materiali inusuali o tecniche moderne le rendono fresche e rilevanti per il consumatore contemporaneo.
Il continuo mutamento dei gusti e delle tecnologie spinge i designer a brevettare nuovi modelli non perché siano completamente nuovi, ma perché rappresentano un riflesso individuale del loro presente: il frutto del loro sentimento artistico.
La registrazione di un design non significa necessariamente che quell’idea sia rivoluzionaria o senza precedenti, ma serve a proteggere l’unicità e l’esclusività di una creazione. Un brand di gioielli investe risorse in ricerca, artigianalità e materiali per creare pezzi che parlino a un pubblico specifico. Brevettare un design garantisce che quel pezzo non possa essere copiato senza conseguenze legali. Ma in un mare di idee apparentemente già esplorate, come può un designer proteggere la propria unicità?
Se molti stili sono stati già esplorati, l’innovazione tecnologica apre nuove frontiere. Tecnologie come la stampa 3D, l’uso di materiali inusuali come il titanio o i diamanti sintetici, e l’attenzione crescente alla sostenibilità, stanno cambiando il modo in cui i gioielli vengono realizzati. Ogni nuova tecnica o materiale porta a design che richiedono protezione legale per tutelare la loro estetica.
Ma la questione resta aperta: come possono i creatori del gusto e dello stile proteggere efficacemente i loro diritti? Questo tema è stato approfondito nel mio articolo “Cosa dovrebbe sapere chi crea gioielli sul Diritto del Design“, in cui esploro le strategie legali più diffuse nel settore della gioielleria per tutelare le proprie creazioni in un mercato sempre più competitivo
Avvocato Arlo Canella