Assicurati contratti su misura per il tuo progetto Agile.
Calcola il preventivo
La metodologia Agile ha rivoluzionato lo sviluppo software, ma ha anche introdotto nuove criticità legali, incluse quelle relative alla proprietà intellettuale, che devono essere tenute in considerazione.
Immagina di dover costruire un prodotto complesso come un software, ma anziché completare tutto in un unico blocco, lo sviluppi a piccoli passi, rilasciando versioni funzionanti del prodotto a intervalli regolari. Questo è il cuore della metodologia Agile, un approccio flessibile e iterativo alla gestione dei progetti che è diventato particolarmente popolare nello sviluppo software.
La metodologia Agile è stata formalizzata nel 2001 con il Manifesto Agile, un documento che delinea quattro valori fondamentali e dodici principi. I valori principali sono:
Questi valori sono progettati per migliorare la flessibilità e l’adattabilità dei team di sviluppo, permettendo loro di rispondere rapidamente ai cambiamenti e alle esigenze dei clienti. Secondo Wikipedia, l’Agile enfatizza la comunicazione, la collaborazione e la risposta rapida ai cambiamenti, mettendo al centro le persone e le interazioni rispetto ai processi rigidi.
Uno dei vantaggi principali dell’Agile è la sua maggiore flessibilità ossia la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Se le esigenze del cliente cambiano o emergono nuove necessità, il team Agile può fare le necessarie modifiche senza dover rifare tutto da capo.
Invece di aspettare mesi o anni per vedere un prodotto finito, Agile prevede il rilascio di piccole parti funzionanti del software in brevi periodi chiamati “sprint“. Questo consente di raccogliere feedback continui e di apportare miglioramenti costanti al prodotto.
La metodologia Agile promuove una stretta collaborazione tra i team di sviluppo e i clienti. Questo dialogo continuo garantisce che il prodotto finale risponda effettivamente alle esigenze e alle aspettative degli utenti.
Si è evidenziato come l’adozione di Agile richieda però un’attenta valutazione della compatibilità culturale e strutturale dell’azienda. Particolarmente interessanti le riflessioni di G. Maugeri nel suo lavoro di tesi presso il Politecnico di Milano (si v. “Agile Project Management on Digital Transformation: a reference meta-framework for the assessment of compatibility on existing organizations”).
Un altro studio pubblicato su IEEE Transactions on Engineering Management ha analizzato l’impatto delle pratiche Agile sull’agilità organizzativa. I ricercatori hanno identificato tensioni chiave e pratiche di bilanciamento indispensabili per implementare efficacemente Agile in un contesto aziendale complesso (si. v. “Agile Practices and Organizational Agility in Software Ecosystems”).
Tuttavia, nonostante i numerosi vantaggi, Agile non è esente da critiche. Alcuni punti deboli includono la mancanza di esperienza o una formazione inadeguata, i possibili problemi dati dalla “distanza del team in “smart”, il rischio di burnout, la necessità di una partecipazione costante del cliente e l’eventuale mancanza di documentazione di supporto sufficientemente dettagliata.
Oltretutto, adottare la metodologia Agile richiede anche un approccio specifico con riguardo ai contratti per supportare la flessibilità che caratterizza questo approccio allo sviluppo.
Quando si adotta la metodologia Agile per gestire un progetto, scegliere il tipo di contratto più idoneo è indispensabile per garantire la flessibilità e l’adattabilità necessarie, salvaguardando gli interessi delle parti coinvolte. Dal punto di vista legale, i contratti Agile devono bilanciare le esigenze di committenti e sviluppatori. Col tempo i contratti Agile hanno assunto la tendenza a cristallizzarsi in modelli specifici. Vediamone alcuni
Il contratto Time and Materials (T&M) è uno dei più comuni nel contesto Agile. Questo tipo di contratto si basa sul tempo e sulle risorse effettivamente impiegate per il progetto. Il cliente paga per le ore di lavoro e le risorse consumate. Per lo sviluppatore, il vantaggio risiede nella maggiore libertà nella gestione del lavoro e nella risposta ai cambiamenti, anche se deve essere attento a mantenere la fiducia del cliente attraverso una gestione rigorosa oculata del tempo e delle risorse affidate (si v. “Agile Contracts in An Agile Environment” su Staragile.com).
Un altro tipo di contratto molto utilizzato è il contratto a “prezzo fisso” per iterazione o storia (Fixed-Fee per Iteration or Story). Invece di accordarsi sull’intero progetto, questo contratto suddivide il lavoro in piccole parti, ciascuna con un prezzo predeterminato sulla base di stime preliminari. Per lo sviluppatore, questo tipo di contratto garantisce pagamenti sicuri per ogni fase completata, ma comporta il rischio di dover affrontare modifiche non previste nel prezzo forfettario previsto per ciascuna fase (si v. “Which Agile contract type fits your project and budget?” su Techtarget.com).
Il contratto di consegna incrementale (Incremental Delivery Contract) è particolarmente utile per i progetti complessi. Il progetto è suddiviso in fasi incrementali, con punti di collaudo e revisione predeterminate. Ogni fase consente di valutare le prestazioni e apportare modifiche, continuare come pianificato o interrompere la collaborazione. Questo tipo di contratto permette un controllo continuo e adattamenti continui, assicurando che il lavoro soddisfi le aspettative del cliente. Tuttavia, richiede un coinvolgimento continuo e attivo del committente. Per lo sviluppatore, i pagamenti regolari basati sui progressi raggiunti sono un vantaggio significativo, ma la pressione per rispettare le scadenze delle revisioni può essere molto pesante (si. v. “Three Types of Agile Contracts” su Contractworks.com).
Il contratto a costo obiettivo (Target Cost Contract) prevede che le parti concordino un costo “obiettivo” per il progetto, ovvero un budget predefinito, accordandosi per condividere l’eventuale risparmio conseguito. Per il committente, il vantaggio principale è l’incentivo per il fornitore a completare il lavoro rispettando il budget, tuttavia, potrebbero esserci ripercussioni sul risultato complessivo.
Infine, i contratti basati sui risultati (Outcome-Based Contracts) stabiliscono che i pagamenti siano correlati agli esiti raggiunti. Il principio guida è che il “valore” del prodotto rappresenti il criterio più adeguato per determinare il compenso. Tale modalità si rivela particolarmente vantaggiosa quando l’obiettivo primario è il raggiungimento di determinati risultati aziendali. Tuttavia, definire e quantificare gli esiti attesi può risultare complesso, incrementando la difficoltà nel monitoraggio delle prestazioni e spingendo il modello contrattuale verso una collaborazione molto stretta, simile a una joint venture. Per lo sviluppatore, questo sistema offre il vantaggio di potenziali guadagni superiori se i risultati eccedono le aspettative, ma comporta anche il rischio di non ottenere gli esiti sperati e, di conseguenza, di non ricevere un compenso adeguato qualora il progetto fallisca per cause non imputabili alla sua attività..
Scegliere il giusto tipo di contratto Agile dipende dai bisogni specifici del progetto e dalle dinamiche tra le parti. La comunicazione trasparente e continua è importante per mitigare i rischi e garantire il successo dell’operazione. Tuttavia, un buon contratto deve anticipare le criticità legali prevedibili sin dal momento della sottoscrizione del contratto. Vediamo quali sono queste criticità.
Gli avvocati che hanno familiarità con la metodologia di sviluppo software Agile sono rari. Tuttavia, la figura dell’avvocato riveste un ruolo molto importante per tutelare gli interessi di chi deve “costruire” o “ottenere” un software performante. Con anni di esperienza nella redazione di contratti, che devono essere sia flessibili che legalmente solidi, ho imparato che ogni dettaglio è fondamentale.
Il processo deve cominciare con una “full immersion” con il cliente, analizzando a fondo le pratiche di sviluppo della software house. Questo non è solo un passaggio burocratico, ma un vero tuffo nelle dinamiche lavorative dell’azienda e del team, essenziale per modellare contratti su misura che proteggano la software house, mitigando i rischi e garantendo che i progetti significativi siano gestiti in modo efficiente e conforme alle aspettative legali e operative.
Nei progetti di grande rilievo, quelli che richiedono investimenti importanti, nella prassi il contratto viene creato ad hoc, coinvolgendo tutte le parti interessate – dal cliente ai partner tecnici. Infatti, non si può dare per scontato che il committente conosca l’approccio “Agile”. Per questa ragione, il documento contrattuale deve riflettere precisamente gli obiettivi e le caratteristiche della metodologia adottata, stabilendo le regole della collaborazione. Nel contesto Agile, le modalità di sviluppo non sono sempre negoziabili, ma devono comunque essere rese accessibili e condivise con il committente.
La proprietà intellettuale è uno degli aspetti più delicati. I contratti devono chiarire chi detiene i diritti sul codice sorgente e su eventuali invenzioni potenzialmente brevettabili. Il know-how ottenuto deve essere protetto e le informazioni sensibili tutelate attraverso idonee clausole e pratiche di confidenzialità che devono essere presenti e vive nei processi di sviluppo.
La compliance normativa rappresenta un’altra sfida rilevante. Il ritmo rapido e le modifiche continue, tipiche dell’Agile, possono complicare il mantenimento della conformità con le leggi del settore. È indispensabile che i contratti includano disposizioni specifiche che garantiscano l’adeguamento del prodotto alle normative vigenti, definendo le responsabilità correlate, soprattutto in settori altamente regolamentati come quello sanitario e finanziario.
Anche se la responsabilità di tale conformità normativa, di prassi, ricade sul committente, è altresì vero che un operatore professionale dovrebbe offrire un prodotto software o una piattaforma funzionante e conforme alle specifiche di progetto, che potrebbero essere state trascurate durante uno “sprint”, generando un inadempimento colpevole della software house.
In un ambiente dinamico come quello Agile, è essenziale disporre di metodi di collaudo e verifica sistematici, che permettano di gestire e risolvere rapidamente eventuali divergenze. La chiave è facilitare la comunicazione e la collaborazione, elementi fondamentali per il successo dei progetti Agile.
Come abbiamo visto, l’adozione delle best practices in Agile, come l’uso di contratti Time and Materials (T&M) o contratti a costo obiettivo, può favorire una gestione efficace dei progetti, bilanciando flessibilità e controllo dei costi.
La metodologia Agile, caratterizzata da una stretta collaborazione e iterazione continua tra il team di sviluppo e il committente, non altera i principi legali fondamentali sulla proprietà del codice sorgente. Secondo l’articolo 12 bis della legge italiana sul diritto d’autore, “Salvo patto contrario, il datore di lavoro è titolare del diritto esclusivo di utilizzazione economica del programma per elaboratore o della banca di dati creati dal lavoratore dipendente nell’esecuzione delle sue mansioni o su istruzioni impartite dallo stesso datore di lavoro”. Questo principio si applica anche ai rapporti di collaborazione autonoma, estendendo la titolarità dei diritti di sfruttamento economico al committente quando questi ha commissionato e finanziato il progetto.
Il Jobs Act, nell’articolo 4 della Legge 81/2017, stabilisce che “i diritti di utilizzazione economica, in caso di apporti originali e inventivi del lavoratore autonomo, spettano a quest’ultimo […] salvo il caso in cui l’attività inventiva sia prevista come oggetto del contratto di lavoro e a tale scopo compensata” (per approfondire: “Codice sorgente: la software house è tenuta a consegnarlo al committente?” – Canella Camaiora). In altre parole, se il contratto stipulato nell’ambito di un progetto Agile specifica che il software sviluppato è commissionato dall’azienda, i diritti di sfruttamento economico del codice sorgente spettano al committente.
Tuttavia, anche nel contesto Agile, i contratti spesso includono clausole che regolano chiaramente la proprietà intellettuale, specificando che tutti i diritti relativi al software sviluppato, incluso il codice sorgente, sono trasferiti al committente. Questo è indispensabile per evitare ambiguità e garantire la protezione dei diritti di tutte le parti coinvolte da controversie e incertezza giuridica. Pensate, ad esempio, alla gravità del caso in cui un’azienda non possa fruire del patent box a causa dell’incertezza sulla titolarità dello stesso (si v. “La registrazione del software in SIAE: tra tutela legale e pianificazione fiscale”).
Una situazione particolare può sorgere quando l’idea o l’innovazione principale di un progetto Agile proviene da un socio di minoranza della startup o da un soggetto esterno alle organizzazioni coinvolte (per approfondire: “Cosa succede quando l’idea “appartiene” al socio di minoranza?” – Canella Camaiora). Se il socio di minoranza è stato il motore dell’innovazione senza un inquadramento lavorativo formalizzato, la questione della proprietà dell’idea può diventare complessa. La proprietà potrebbe essere attribuita direttamente al socio, dispersa in un limbo giuridico, oppure assegnata di diritto alla società, a seconda della natura dell’innovazione e degli accordi esistenti tra i soci. Solo se formalizzato adeguatamente, un contratto di “work for equity” può avere un impatto sulla titolarità dell’apporto creativo del socio (per approfondire: “Il contratto di work for equity: cos’è e come funziona” su diritto.it). Le stesse incognite possono nascere quando si collabora con freelance mediante contratti d’opera sprovvisti di una formalizzazione appropriata.
Ulteriori incertezze possono sorgere riguardo ai diritti al deposito di brevetti, al deposito del software e al mantenimento della riservatezza, soprattutto quando il team non è composto solo da dipendenti assunti con mansioni “creative” ma include anche altri soggetti non meglio identificati. Queste situazioni possono complicare la definizione chiara dei diritti di proprietà intellettuale e richiedono accordi contrattuali ben definiti per prevenire potenziali conflitti.
L’uso di componenti “open source” è comune nei progetti Agile. È importante verificare che le licenze open source siano compatibili con gli obiettivi del progetto e che non compromettano i diritti di proprietà intellettuale del prodotto finale. L’integrazione di software open source deve essere gestita con attenzione, assicurandosi che le condizioni delle licenze non contengano limitazioni allo sfruttamento commerciale e che siano rispettate per evitare problemi legali che potrebbero compromettere la commercializzazione del “prodotto finito”.
Indipendentemente dalla metodologia di sviluppo utilizzata, la proprietà del codice sorgente e di altri intangibles viene spesso sottovalutata. La chiarezza contrattuale è essenziale per tutelare i diritti e gli interessi del committente, poiché il lavoratore potrebbe trovarsi in una situazione di maggiore forza negoziale, in caso di conflitto, proprio nelle situazioni in cui il datore di lavoro, il capo progetto o qualsiasi altro committente ha trascurato questo tipo di criticità legali, compromettendo gli investimenti sostenuti.
Adottare la metodologia Agile nello sviluppo software offre numerosi vantaggi, migliorando l’efficienza, la qualità e la protezione della proprietà intellettuale. La conoscenza approfondita della metodologia Agile è essenziale per i legali, in modo da poter redigere contratti adeguati e gestire efficacemente i rischi associati.
Avvocato Arlo Canella