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Modello 231: proteggi e potenzia la tua impresa con una strategia su misura

Pubblicato in: Diritto del Lavoro
di Debora Teruggia
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In un mercato dove trasparenza e responsabilità sono ormai requisiti fondamentali, il Modello 231 emerge come uno strumento che va oltre la semplice conformità normativa. Si tratta di una vera e propria strategia aziendale che può trasformare la compliance in un vantaggio competitivo. In questo articolo esploriamo cos’è il MOG 231, quali sono i suoi benefici e perché la sua adozione è sempre più rilevante per le imprese.

Cos’è il Modello 231 e a chi è rivolto

Il D.Lgs. 231/2001 ha introdotto nel sistema giuridico italiano la responsabilità amministrativa degli enti per specifici reati commessi nel loro interesse o vantaggio. Questo implica che un’azienda può essere sanzionata se un suo amministratore, dirigente o dipendente commette reati come corruzione, frode, violazioni ambientali o in materia di sicurezza sul lavoro. Questa responsabilità si affianca a quella penale personale: l’individuo risponde del reato che ha materialmente commesso, ma anche l’ente può essere chiamato a rispondere qualora il reato sia stato agevolato dall’assenza di adeguate misure preventive.

Il decreto si applica non solo alle società, ma anche a consorzi, cooperative, associazioni, fondazioni e altri enti pubblici economici. Per prevenire tali rischi, le organizzazioni possono adottare il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG 231). Questo strumento, basato su protocolli operativi, un codice etico e un Organismo di Vigilanza, consente di prevenire i reati e monitorare la corretta applicazione delle misure adottate.

L’Organismo di Vigilanza (OdV) rappresenta – insieme ai protocolli specifici – il cuore del MOG, responsabile del monitoraggio e della verifica dell’efficace attuazione del modello. La giurisprudenza ha ribadito l’importanza della sua autonomia e indipendenza per garantire un controllo efficace. Nel celebre quanto disastroso caso ThyssenKrupp (Cassazione Penale Sezioni Unite, n. 38343/2014), l’Organismo di Vigilanza fu giudicato inefficace a causa della sua composizione e della mancanza di autonomia operativa, rendendo così responsabile la società.

Il decreto distingue i casi in cui il reato è commesso da soggetti apicali, come dirigenti o amministratori, da quelli in cui è commesso da persone sottoposte alla direzione o vigilanza. Nel primo caso, la società può essere esentata da responsabilità se dimostra di aver adottato un Modello 231 efficace e che il reato è stato commesso eludendolo fraudolentemente (interessante, in questo senso, la pronuncia della Cass. Pen. VI sezione, n. 23401/2022). Nel secondo caso, invece, l’ente risponde solo se il reato è riconducibile a una mancata o insufficiente supervisione.

Pur non essendo obbligatorio, il Modello 231 rappresenta un investimento strategico per le aziende. Non solo riduce i rischi legali e promuove la conformità normativa, ma rafforza anche la fiducia di clienti e stakeholder, migliorando la reputazione aziendale e offrendo un importante vantaggio competitivo.

Le condotte illecite rilevanti nel Modello 231 e le sanzioni

Il D.Lgs. 231/2001 delinea un ampio spettro di condotte illecite che possono generare responsabilità per gli enti che nonostante venga definita “amministrativa”, di fatto, ha natura penale. Queste condotte, definite come “reati presupposto”, includono una varietà di comportamenti criminosi che, se commessi nell’interesse o a vantaggio dell’organizzazione, possono determinare pesanti sanzioni per l’ente stesso.

I reati presupposto spaziano da quelli ambientali e contro la sicurezza sul lavoro, alle frodi fiscali e ai reati societari, fino ai più recenti reati legati ai giochi, scommesse e competizioni sportive.

Ogni reato presupposto richiede la predisposizione di specifici protocolli di prevenzione nel Modello 231, finalizzati a ridurre i rischi e dimostrare la diligenza dell’ente in sede giudiziale.

Il Modello 231, pertanto, non è solo un mezzo per evitare sanzioni, ma anche uno strumento strategico per identificare aree a rischio e promuovere una gestione aziendale più consapevole e responsabile.

Le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/2001 comprendono sia pesanti ammende, che nei casi più gravi possono raggiungere fino a un milione di euro, sia provvedimenti interdittivi, come l’esclusione dagli appalti pubblici o la sospensione delle licenze. Tra le misure più incisive, con un forte impatto sulla reputazione aziendale, vi è la pubblicazione della sentenza su giornali locali.

Whistleblowing e Modello 231: nuove tutele e obblighi introdotti dal d.lgs. 24/2023

L’adozione di un sistema di whistleblowing efficace si integra perfettamente con il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo. Infatti, con l’emanazione del D.Lgs. 24/2023, che recepisce la Direttiva Europea 2019/1937, le aziende italiane sono chiamate a istituire canali di segnalazione interni, facilmente accessibili e sicuri per il segnalante.

Un sistema di segnalazione ben strutturato e con delle procedure chiare e cautelative, consente all’azienda di:

  • Prevenire e individuare tempestivamente comportamenti illeciti: Le segnalazioni interne permettono di rilevare e affrontare prontamente eventuali violazioni, riducendo il rischio di sanzioni.
  • Promuovere una cultura aziendale etica: Incentivare le segnalazioni rafforza la cultura della legalità e dell’integrità all’interno dell’organizzazione.
  • Dimostrare l’impegno nella compliance: Un sistema di whistleblowing efficace è una prova tangibile dell’impegno dell’azienda nel rispettare le normative vigenti.

La nostra consulenza: più di un modello, una strategia

In un mercato sempre più competitivo e regolamentato, un Modello 231 personalizzato, efficace, costantemente aggiornato e integrato con strumenti come il whistleblowing, non solo riduce i rischi legali, ma promuove una cultura aziendale basata su trasparenza, integrità e responsabilità, contribuendo a rafforzare la competitività e la reputazione dell’impresa.

Il nostro approccio integra un’analisi approfondita dei rischi, la redazione di protocolli su misura e una formazione mirata per il personale. Non ci limitiamo a garantire la conformità normativa, ma lavoriamo per trasformare questo strumento in una leva di crescita.

© Canella Camaiora Sta. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: 29 Gennaio 2025

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Debora Teruggia

Laureata presso l'Università degli Studi di Milano, praticante avvocato appassionato di Diritto del Lavoro e Diritto di Famiglia.
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