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Le Olimpiadi sono un evento sportivo che affonda le sue radici nell’antica Grecia ma che è ormai divenuto un simbolo di unità globale. Questo articolo riassume la storia, i simboli leggendari, le istituzioni e i marchi che rappresentano i valori olimpici, analizzando anche le recenti partecipazioni e esclusioni di nazioni ai Giochi Olimpici.
Le Olimpiadi rappresentano uno degli eventi sportivi più celebri e attesi al mondo. Sono nate nel 776 a.C. a Olimpia, in Grecia, e si tenevano ogni quattro anni in onore di Zeus. Questi giochi erano molto più di semplici competizioni sportive; erano un evento culturale e religioso che univa le città-stato greche in un periodo di tregua sacra, durante il quale le ostilità dovevano cessare.
Gli atleti partecipavano a una varietà di discipline tra cui, ad esempio, la corsa, il lancio del disco e la lotta. La tradizione vuole che gli uomini gareggiassero nudi (si. v. la voce di Wikipedia “nudità atletica”), celebrando così la bellezza del corpo umano e l’armonia tra fisico e mente. Le donne, invece, erano escluse sia come partecipanti sia come spettatrici dei giochi. Solo le sacerdotesse di Demetra, la dea della fertilità e del raccolto, potevano assistere ai giochi.
Con l’avvento del cristianesimo, però, l’imperatore romano Teodosio I decise di sopprimere questi giochi nel 393 d.C., segnandone la “sospensione” per ben 1500 anni.
Fu il barone Pierre de Coubertin, un educatore francese, l’artefice della rinascita delle Olimpiadi: “L’importante non è vincere, ma partecipare” (per approfondire si v. “La celebre frase di Pierre De Coubertin sullo spirito olimpico e la lealtà” di S. Galeone). Mosso dal desiderio di promuovere la pace e il dialogo internazionale attraverso lo sport, de Coubertin organizzò il primo congresso olimpico a Parigi nel 1894. Due anni dopo, nel 1896, le prime Olimpiadi moderne ebbero luogo ad Atene, in Grecia, riannodando simbolicamente i fili con l’antica tradizione.
Questa prima edizione moderna coinvolse 241 atleti provenienti da 14 nazioni, che si sfidarono in 43 eventi (per approfondire, si v. “Atene 1896 – I edizione delle Olimpiadi estive” sul sito del Coni). Rispetto alle Olimpiadi antiche, quelle moderne introdussero una maggiore varietà di sport, tra cui il ciclismo, la scherma e il nuoto. Inoltre, sebbene la loro partecipazione fosse inizialmente limitata agli uomini, le Olimpiadi moderne iniziarono a includere anche le donne già a partire dal 1900 (per approfondire, si v. “Le donne nella storia delle olimpiadi” in Scienzainrete).
Le Olimpiadi, come manifestazione internazionale, sono cresciute esponenzialmente nel corso del XX e XXI secolo, finendo per coinvolgere quasi tutti i paesi del mondo. Ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 partecipano atleti provenienti dai territori di 206 Comitati Olimpici Nazionali e dalla squadra olimpica dei rifugiati del CIO (per approfondire: “How many countries and athletes participate in the Olympic Games?” sul sito ufficiale delle Olimpiadi).
Le Olimpiadi sono caratterizzate da una serie di simboli che rappresentano i valori e gli ideali del movimento olimpico, tutti registrati come marchi e di titolarità del comitato olimpico. Vediamo chi ha inventato ciascun simbolo:
L’organizzazione delle Olimpiadi è regolamentata dalla Carta Olimpica, un documento che stabilisce le norme e le linee guida per i Giochi. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) è l’ente principale responsabile dell’organizzazione e della supervisione dei Giochi, mentre i Comitati Olimpici Nazionali (CON) gestiscono la partecipazione dei rispettivi paesi e le Federazioni Internazionali (FI) regolano le singole discipline sportive.
Negli ultimi decenni, le Olimpiadi hanno fatto significativi passi avanti in termini di inclusività e parità di genere. Le donne ora partecipano a quasi tutte le discipline olimpiche. Inoltre, i Giochi Paralimpici, iniziati nel 1960, offrono un palcoscenico agli atleti con disabilità, promuovendo l’inclusione e l’uguaglianza (per approfondire: “Olimpiadi, quando la politica contamina i giochi. 7 casi che vale la pena di ricordare” su Il Fatto Quotidiano).
L’avvento della televisione e, successivamente, di internet ha trasformato le Olimpiadi nell’evento mediatico di portata planetaria che conosciamo oggi, aumentandone il ruolo anche in termini di impatto sociale e politico.
Tommie Smith e John Carlos, durante le Olimpiadi di Città del Messico del 1968, hanno compiuto uno degli atti di protesta più iconici nella storia dello sport. Dopo aver vinto rispettivamente l’oro e il bronzo nella gara dei 200 metri, Smith e Carlos salirono sul podio e alzarono il pugno, indossando guanti neri, in segno di protesta contro il razzismo e le ingiustizie sociali (si v. “How the Black Power Protest at the 1968 Olympics Killed Careers” su History.com).
Le Olimpiadi di Pechino 2008 hanno rappresentato un altro momento storico rilevante nella storia delle Olimpiadi, segnando la crescente influenza della Cina sulla scena internazionale. La cerimonia di apertura fu spettacolare e le infrastrutture moderne, come il Nido d’uccello e il Cubo d’acqua, hanno sottolineato la volontà della Cina di presentarsi come una potenza globale.
Nel corso della storia delle Olimpiadi moderne, diverse nazioni sono state escluse per vari motivi, spesso legati a conflitti internazionali o violazioni dei principi olimpici stabiliti dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO).
Dopo la Prima Guerra Mondiale
Dopo la Prima Guerra Mondiale, Germania, Austria, Ungheria, Bulgaria e Turchia furono bandite dai Giochi del 1920 ad Anversa. Questa decisione fu presa in risposta al loro ruolo come potenze centrali durante il conflitto, come parte delle sanzioni post-belliche e per mantenere un clima di pace e sicurezza tra le nazioni partecipanti.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Germania e Giappone furono esclusi dai Giochi del 1948 a Londra. La delibera del CIO fu motivata dalla necessità di sanzionare le nazioni che avevano scatenato il conflitto mondiale, segnando una netta presa di posizione contro le atrocità commesse durante la guerra (per approfondire, si v. “Quando le Olimpiadi diventano un campo di battaglia politico: storie di boicottaggi e di esclusioni” su l’Espresso)
Apartheid in Sudafrica
Il Sudafrica fu escluso dai Giochi Olimpici dal 1964 al 1992 a causa del regime di apartheid. Il CIO prese questa decisione per condannare ufficialmente la segregazione razziale e sostenere il movimento internazionale contro l’apartheid. Questo lungo periodo di esclusione rifletteva la gravità delle politiche discriminatorie praticate nel paese e l’impegno del movimento olimpico per l’uguaglianza e i diritti umani (per approfondire, si v. “Olimpiadi, quando la politica contamina i giochi. 7 casi che vale la pena di ricordare” su Il Fatto Quotidiano).
Più recentemente, Russia e Bielorussia sono state escluse dai Giochi del 2024 a Parigi a causa dell’invasione dell’Ucraina nel 2022. Non è stato così, invece, per Israele.
Russia
Per le Olimpiadi del 2024 a Parigi, la Russia è stata ufficialmente esclusa a causa della sua invasione dell’Ucraina. Il CIO ha permesso agli atleti russi di competere come “Atleti Individuali Neutrali” (AIN), senza rappresentare ufficialmente il loro paese e senza utilizzare bandiere, emblemi o inni nazionali. Questo provvedimento è stato preso per continuare a promuovere la partecipazione sportiva degli atleti, pur condannando le azioni del governo russo (per approfondire: “Cosa vuol dire AIN alle Olimpiadi di Parigi: perchè gli atleti russi e bielorussi sono indicati così” su Fanpage.it).
Israele
Israele, invece, sta partecipando regolarmente ai Giochi del 2024, ma la sua presenza è spesso accompagnata da proteste. Le misure di sicurezza attorno alla delegazione israeliana sono tra le più imponenti mai viste, messe in atto per prevenire qualsiasi minaccia e garantire la sicurezza degli atleti (si v. “La scorta con cui Israele si sposta alle olimpiadi non è come le altre” su Fanpage.it)
La partecipazione israeliana infatti non è esente da contestazioni. Durante la cerimonia di apertura, ad esempio, gli atleti israeliani sono stati oggetto di fischi, con alcune manifestazioni pro-Palestina sia all’interno che all’esterno degli stadi. Questi episodi riflettono la polarizzazione intorno al conflitto israelo-palestinese, portando alcuni a chiedere che gli atleti israeliani partecipino come neutrali, senza bandiera, come imposto agli atleti russi.
Nonostante le tensioni, il governo francese ha affermato che Israele è il benvenuto ai Giochi di Parigi 2024 (si. v. “Olimpiadi 2024, Parigi: il governo francese dà il benvenuto alla delegazione di Israele”). Il ministro degli Esteri francese ha ribadito il supporto alla partecipazione israeliana, sottolineando l’importanza dello sport come strumento di dialogo e comprensione tra le nazioni.
Avvocato Arlo Canella