Scopri come tutelare le tue opere nel cinema.
Calcola il preventivo
Questo articolo esamina il processo di realizzazione di un film, mettendo in luce le interazioni complesse tra cinematografia, proprietà intellettuale e contratti.
La cinematografia, definita come la settima arte dal critico Ricciotto Canudo nel suo manifesto del 1921, è strettamente interconnessa con la proprietà intellettuale.
Grazie all’invenzione della pellicola cinematografica da parte di George Eastman nel 1885 ebbe inizio una nuova era per la narrazione visiva. Il cortometraggio “Man Walking Around a Corner“, realizzato nel 1887 da Louis Aimé Augustin Le Prince, ha una enorme rilevanza storica perché, pur avendo una durata di soli tre secondi, è considerata la prima produzione filmica. Tuttavia, fu solo con i fratelli Lumière, con il loro cinématographe al Salon indien du Grand Café a Parigi, il 28 dicembre 1895, che il cinema divenne l’esperienza emozionante e collettiva che conosciamo oggi.
I primi problemi di plagio giunsero poi con il successo di “Viaggio nella Luna” (1902) di Georges Méliès. Méliès, pioniere degli effetti speciali, mostrò quanta magia potesse regalare la settima arte ma anche quali complessità dovute alle copie non autorizzate potessero nascere in concomitanza con la distribuzione internazionale.
Questo articolo vuole offrire alcuni spunti in merito alla produzione cinematografica, dal concept, passando per la sceneggiatura, sino alla distribuzione.
Esploreremo i rischi e le strategie per proteggere le opere cinematografiche alla luce delle norme sul diritto d’autore ma soprattutto quali sono le criticità legali da tenere in considerazione in ogni fase della produzione cinematografica, non solo come attività creativa ma anche come attività commerciale e remunerativa.
Quando si parla di proprietà intellettuale nel cinema, tutto nasce comunque da un’idea. Tuttavia, nel contesto delle produzioni cinematografiche, questa idea prende il nome di story-concept o “telegramma”: un termine che gli addetti ai lavori usano per definire il riassunto che cattura l’essenza del film.
Ad esempio, per E.T. l’extraterrestre, lo story-concept potrebbe essere: “un ragazzo solitario aiuta un alieno smarrito a tornare a casa, sfidando il governo e formando con lui un legame profondo che cambia la sua esistenza.”
L’idea può originare dalla reinterpretazione di un mito, di un archetipo o ispirarsi a fatti realmente accaduti. Talvolta, si opta per concretizzare prequel o sequel di storie esistenti o ci si sforza di immaginare: “cosa succederebbe se?”. Secondo i manuali di scrittura cinematografica, ipotesi sulla realtà aprono prospettive critiche inedite e permettono di esplorare intellettualmente connessioni inaspettate tra elementi apparentemente inconciliabili.
Nel momento in cui si formula lo story-concept, è importante considerare le prime implicazioni legali:
Una volta definito lo story-concept e assicurate le basi legali della produzione, la trama del film è sviluppata durante la cosiddetta “fase letteraria”. Questa fase include diversi elementi chiave:
La fase letteraria è essenziale non solo per definire l’aspetto artistico del film ma anche per le sue implicazioni economiche.
Durante questa fase, di solito, si realizza un preventivo dei costi per la produzione del film basato sulla lunghezza prevista delle scene, sulle necessità di set, costumi, effetti speciali, e sul personale. Questo preventivo è fondamentale per la pianificazione finanziaria del progetto e per coinvolgere gli investitori mediante una lettera di intenti, sino alla formalizzazione del contratto di produzione cinematografica vero e proprio.
Il contratto di produzione cinematografica costituisce l’architrave su cui si sviluppa l’intero progetto del film, stabilendo i diritti e i doveri delle parti coinvolte nella produzione. Attraverso una serie di clausole, questo contratto regola ogni aspetto del progetto filmico, dalla pre-produzione alla distribuzione.
Prima della stesura del contratto di produzione definitivo, è prassi comune redigere una lettera di intenti (memorandum of understanding). Questo documento precontrattuale, pur non essendo strettamente vincolante, serve a delineare le intenzioni preliminari degli investitori – incluso il produttore – ed a strutturare, per fasi, il processo progressivo di negoziazione del contratto di produzione e dei contratti collegati ad esso. È in questa fase che verranno a formarsi due allegati tipici del contratto di produzione ovvero il c.d. preventivo analitico e il piano di lavorazione. Questi sono infatti strumenti essenziali per la gestione finanziaria e organizzativa del progetto e servono a mantenere il controllo sui tempi e sui budget.
Inoltre, il contratto per la regia viene trattato sin dalla lettera di intenti (a volte ancora prima poiché può essere il regista ad essere una figura centrale anche della fase letteraria) e specifica i termini di collaborazione del regista, incluse le responsabilità direttive e i tempi di produzione e, molto spesso, la negoziazione dei diritti sul “final cut” del film.
Anche il processo di scritturazione degli attori gioca un ruolo determinante per il successo dell’iniziativa, poiché è il valore specifico di queste figure che spesso attrae il pubblico. Nei relativi contratti dovrà essere definito il compenso degli interpreti, i profili legati al diritto d’immagine, la durata della partecipazione ed, eventualmente, l’esclusiva durante il periodo di distribuzione. Inoltre, dovrà essere rispettata la conformità alle leggi locali sul lavoro per tutti i membri della troupe.
Al centro del contratto di produzione cinematografica vi è, ovviamente, il diritto di sfruttamento dell’opera cinematografica. Se il diritto morale, infatti, compete in primis al regista (direttore creativo) insieme agli autori coinvolti nella creazione dell’opera, collettivamente intesi, quello di sfruttamento economico, per contro, spetta solo al produttore (o ai produttori associati, se ve n’è più di uno).
Anche il criterio di riparto dei proventi della distribuzione, di prassi, viene regolato nel contratto di produzione insieme alla definizione dei canali previsti per la distribuzione stessa.
In Italia, la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo gioca un ruolo centrale nel settore cinematografico. Questo ente, infatti, non solo regola e promuove l’industria cinematografica e audiovisiva, ma fornisce anche supporto finanziario sotto forma di incentivi e contributi per la produzione di opere cinematografiche italiane o coprodotte altri paesi. La Direzione assicura che i progetti rispettino le normative nazionali e promuove la distribuzione di film italiani sia a livello nazionale che internazionale.
Il leggendario “ciak” segna l’inizio delle riprese e rappresenta un momento determinante, dove la collaborazione tra regista, attori, direttore della fotografia e il resto della troupe è vitale. La precisione nella scelta degli angoli di ripresa, l’illuminazione adatta e il posizionamento corretto degli attori sono indispensabili per la riuscita del film. Durante questa fase, l’uso del “ciak” serve non solo a segnare l’inizio di ogni scena, ma anche a mantenere l’ordine cronologico delle riprese, facilitando il successivo montaggio.
Una pratica comune durante le riprese è sovente il “product placement”, l’inserimento strategico di prodotti di marchi commerciali reali all’interno del film. Questa pratica pubblicitaria perché deve rispettare la normativa sulla trasparenza pubblicitaria ma consente anche di avere entrate aggiuntive per la produzione. Uno degli esempi più celebri di product placement riuscito è rappresentato dal film “E.T. l’extraterrestre” di Steven Spielberg, dove il consumo di “Reese’s Pieces” da parte di E.T. incrementò le vendite del dolce di oltre il 65%.
Durante le riprese si deve anche gestire la logistica di set, assicurando il rispetto delle normative sulla sicurezza e i tempi di produzione stabiliti. I ritardi possono infatti incrementare i costi e generare potenziali controversie legali con i finanziatori o i fornitori, soprattutto se i termini contrattuali non vengono osservati. Il direttore di produzione, in questo senso, è una figura chiave per coordinare le attività e garantire che ogni giornata di ripresa sia produttiva. “Titanic” è famoso per l’immensa scala delle sue operazioni di produzione. James Cameron costruì una replica quasi a grandezza naturale del Titanic nel porto di Rosarito, in Messico. Il budget originale di “Titanic” era di circa 200 milioni di dollari, ma alla fine il costo totale di produzione si aggirò intorno ai 220 milioni di dollari, rendendolo all’epoca il film più costoso mai realizzato. Una parte sostanziale di questi costi fu destinata alla creazione degli effetti speciali e visivi, compreso l’uso di tecnologie all’avanguardia per le riprese subacquee che Cameron insistette per dirigere personalmente.
È fondamentale, inoltre, monitorare gli aspetti legati alla proprietà intellettuale. L’uso non autorizzato di materiali protetti da copyright, come brani musicali o opere d’arte visiva, deve essere evitato o regolato tramite accordi di licenza dedicati per prevenire azioni legali per violazione di diritti.
La post-produzione trasforma le riprese grezze in un prodotto finito. Questa fase include il montaggio, dove il regista e i suoi collaboratori più stretti decidono il ritmo narrativo e si definiscono le transizioni chiave, e l’aggiunta di effetti speciali e sonori che arricchiscono la dimensione visiva e uditiva del film.
L’editing finale e la correzione del colore sono passaggi decisivi che influenzano l’impatto visivo e l’atmosfera del film.
La negoziazione dei diritti di distribuzione è sempre critica e di prassi viene predeterminata. La scelta tra vari canali, come le sale cinematografiche, piattaforme di streaming online e reti televisive, deve essere selezionata insieme alle strategie di marketing finalizzate ad attrarre il pubblico. Ovviamente, però, l’esito sfavorevole del film in termini economici può ridurre la permanenza nelle sale a favore di altri canali di distribuzione e sfruttamento. Come anticipato sopra, la distribuzione è un aspetto essenziale e viene progettata in concomitanza con la produzione, anche se, a prodotto finito, può subire importanti variazioni. Agli autori e agli interpreti di prassi spetta un compenso percentuale (royalty) in funzione dell’esito del film e degli accordi presi.
Inoltre, il rispetto delle leggi sulla censura e delle normative locali sulla classificazione per età è indispensabile nella fase di distribuzione. “Arancia meccanica” di Stanley Kubrick fu soggetto a numerose controversie legali e problemi di censura a causa delle sue scene di violenza e alle tematiche disturbanti. In Inghilterra, il film fu ritirato dal mercato cinematografico per molti anni su richiesta dello stesso Kubrick, che temeva per la sicurezza personale in seguito a minacce ricevute.
Inoltre, anche la promozione deve essere condotta con attenzione e spesso viene accompagnata da operazioni di merchandising che possono risultare molto remunerative per il produttore. Un’attenzione particolare deve essere rivolta anche alla gestione dei diritti digitali e alla prevenzione della pirateria, decisamente fondamentale per salvaguardare gli interessi economici e creativi del film e dei soggetti coinvolti nella produzione.
Avvocato Arlo Canella