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In materia di diritto dell’arte, uno dei temi ricorrenti è quello della valutazione economica dell’opera. In questo articolo ci occupiamo di illustrare i principali criteri che condizionano l’esito della valutazione. Tratteremo in particolare:
Oggigiorno il contesto socio-economico è particolarmente complicato: crisi climatica, instabilità economica, pandemia, guerra e inflazione. Ecco perché sempre più persone sono alla costante ricerca delle migliori possibilità di investimento di capitali in asset non soggetti a intense fluttuazioni di mercato. Ebbene, una valida alternativa all’oro, alle valute ed ai titoli di stato sono proprio le opere d’arte.
Secondo “The Art Market 2022” (realizzato da Art Basel & Ubs con le rilevazioni di Economics Art) dopo l’anno critico del 2020, il 2021 ha registrato un rialzo del 32%, con vendite globali pari a 26,3 miliardi di dollari.
Insomma, stiamo parlando dei cosiddetti “beni rifugio” che permettono agli investitori, in primis, di salvaguardare il proprio capitale dall’inflazione e, in taluni casi, anche di poterne trarre vantaggi speculativi.
L’elemento più rilevante nella valutazione di un’opera è, senza ombra di dubbio, la reputazione detenuta dall’artista. Infatti, il price range varia notevolmente se si sta parlando di un’artista emergente oppure di uno già affermato.
Tuttavia, non possono essere trascurati anche altri fattori determinanti:
L’unione di alcuni di questi fattori contribuiscono a ottenere il c.d. coefficiente artistico. Tale coefficiente è utilizzato nella formula per il calcolo del valore di un’opera d’arte:
[(base+altezza) x coefficiente] x 10 = valore dell’opera.
La valutazione di un’opera d’arte è un tema estremamente delicato. Ciò che ci viene richiesto, pertanto, è una due diligence accurata nell’ottica di poter offrire gli elementi utili a una valutazione corretta. Vediamo invece, quali sono i c.d. parametri non oggettivi.
Oltre al coefficiente e ai parametri oggettivi, talvolta il prezzo di un’opera d’arte può essere fortemente influenzato dal giudizio personale dell’acquirente o del proprietario. Infatti, la componente affettiva e sensoriale, dovuta al gusto personale, può far mutare anche sensibilmente la valutazione di un’opera.
Si noti, tuttavia, che esistono anche altre variabili:
Nel mercato dell’arte, purtroppo, non esiste un ente ufficiale che possa fornire le quotazioni di mercato di un’artista e delle sue opere. La solidità della quotazione è strettamente legata al prestigio e alla professionalità degli esperti del settore che si sono espressi sull’opera.
La valutazione effettuata da personaggi non conosciuti può senz’altro condizionare il “prezzo” di un’opera d’arte ma, nel medio-lungo periodo, può avere un impatto molto negativo sulla reputazione dell’artista e sul valore delle sue opere.
Per tale motivazione è sempre bene affidarsi ad art advisor, periti d’arte, critici e case d’asta autorevoli o richiedere il supporto di uno studio legale qualificato.
Quando si richiede la valutazione di un’opera d’arte, nella maggior parte dei casi, infatti, il fine è quello di gestire la vendita di un’opera o di un’intera collezione. A seguito di una doverosa due diligence, vengono incaricati delle trattative gallerie, case d’asta o art dealer (che si occupano della mediazione privata sulla base dei loro contatti e delle richieste di tali contatti).
Le tipologie di contratto più frequenti nel mondo dell’arte sono i seguenti:
La vendita di opere d’arte senza ricorrere ad un accordo scritto non è mai consigliabile perché lascia spazio a molte incertezze e non è la prassi soprattutto quando vengono trattate opere o collezioni di valore elevato o con alto potenziale.
Il supporto professionale di uno studio legale esperto in materia è consigliabile anche in ipotesi di opere di valore più contenuto poiché, come abbiamo visto, il valore “di partenza” dell’opera potrebbe variare grandemente nel corso del tempo.
Cristiano Delfino