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Startup e marchio: quando è il momento giusto per registrare?

Pubblicato in: Proprietà Intellettuale
di Gabriele Rossi
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La registrazione di un marchio per una startup rappresenta una scelta strategica fondamentale. Protegge il brand da abusi e imitazioni, garantendo il diritto esclusivo di sfruttamento e offrendo un valore a lungo termine.

Registrare o non registrare?

Quando si avvia una Startup, le risorse finanziarie sono spesso limitate. Nelle prime fasi, le spese sono numerose, come quelle per il notaio, il commercialista, oltre all’acquisto di beni strumentali e servizi indispensabili per avviare l’attività (per approfondire: “Quanto costa avviare una Startup: budget, finanziamenti e…” di A. Canella). Di fronte a tutte queste spese, il raggiungimento del break-even può apparire lontano. In questo contesto, è naturale domandarsi se ogni investimento sia davvero necessario o se possa essere rinviato a momenti più favorevoli.

Uno degli investimenti che potresti pensare di posticipare è la registrazione del marchio. Tuttavia, rinviare questa decisione potrebbe rivelarsi un errore strategico che, in futuro, può comportare problemi legali e finanziari

In molti casi, i fondatori di startup scelgono di registrare il marchio ancor prima di costituire la società, spesso pro quota, suggellando un patto tra loro. Questo approccio può garantire una protezione immediata e dimostrare un impegno serio nei confronti dell’iniziativa congiunta. Poi, il marchio verrà concesso in licenza alla società nascente.

Il marchio rappresenta infatti l’identità della Startup, il suo nome e la sua immagine distintiva, elementi che la distinguono sul mercato. Registrare il marchio significa proteggere questi segni distintivi e garantirsi il diritto esclusivo di utilizzarli, prevenendo abusi o imitazioni da parte della concorrenza.

Perché la registrazione è importante per una Startup?

Quando si deve gestire un asset importante come la tua impresa, è fondamentale bilanciare rischi e opportunità. Se pensi a quanto impegno dovrai mettere per far nascere una nuova impresa, converrai che prevenire è meglio che curare. Soprattutto se in ballo c’è l’intero valore che con tanta fatica stai costruendo.

Immagina che un concorrente, magari più grande e meglio finanziato – un vero e proprio “pesce grosso” – decida di entrare nel mercato della tua Startup e si appropri di alcuni elementi distintivi del tuo brand, come il nome, il logo o il simbolo. Senza la registrazione del marchio, non ci sarebbe alcun limite legale a impedire di utilizzare gli stessi elementi distintivi (eccezion fatta per la normativa contro la concorrenza sleale, di difficile e costosa implementazione).

Al contrario, registrare il marchio consente di ottenere una protezione legale immediata. Se un concorrente volesse utilizzare uno dei tuoi segni distintivi, dovrebbe acquistare il diritto o ottenere una licenza da te (per approfondire, si v. “Domande e risposte sui marchi in Italia e in UE” di M. Manca). Ciò trasforma il marchio in un potente strumento di negoziazione, oltre che in un asset economico in grado di generare valore e opportunità per l’azienda. Inoltre, la possibilità di rinnovare la registrazione del marchio consente di tutelare l’asset in seno all’impresa per tutto il tempo necessario.

Quali elementi può includere un marchio?

Secondo l’art. 7 del Codice della Proprietà Industriale (CPI) (D.Lgs. n. 30 del 2005), possono costituire oggetto di registrazione come marchio d’impresa tutti i segni in grado di distinguere i prodotti o servizi di un’impresa da quelli di altre. Tra questi segni rientrano:

Per essere registrato, un marchio deve essere rappresentabile in modo chiaro e preciso nel registro, così da consentire alle autorità competenti e al pubblico di comprendere il tipo di protezione che gli è conferita (per approfondire: “quali sono i principali tipi di marchio?” di A. Canella). 

Un marchio, oltretutto, non solo deve essere distintivo, ma anche non confondibile con altri marchi già registrati (per approfondire: “Il processo tecnico per scegliere un nome efficace come marchio”).

La registrazione del marchio ha una durata di 10 anni, rinnovabile di volta in volta fino, potenzialmente, all’infinito.

Il marchio “non registrato” è un’alternativa percorribile?

Potresti aver sentito parlare dell’istituto del preuso e ti stai chiedendo se questa non costituisca una economica via di tutela per il tuo marchio (si v. “Il fenomeno dei marchi non registrati nel settore delle PMI”). In effetti, c’è l’errata convinzione che usare un marchio per primi dia diritto ad utilizzarlo in esclusiva anche se un nostro concorrente dovesse registrarlo in futuro. In realtà, la tutela che viene riconosciuta è limitata e soggetta a condizioni specifiche.

Secondo l’art. 12 del CPI, il preuso non offre le stesse tutele della registrazione. Per ottenere una protezione valida, è necessario dimostrare che il marchio abbia acquisito notorietà presso il pubblico di riferimento. Come stabilito dalla Sentenza del Tribunale di Milano n. 639/2023, il preuso può essere riconosciuto solo se si forniscono prove concrete della continuità e ampiezza dell’uso del marchio, e della notorietà acquisita presso il pubblico dei consumatori. Per una Startup che si affaccia sul mercato, questo può essere un ostacolo insormontabile, rendendo il preuso una strada rischiosa e poco efficace (si v. “Cosa succede se non hai registrato il tuo marchio?”). Di conseguenza, la registrazione formale del marchio rimane l’unico modo per ottenere una protezione legale completa e immediata.

Come muoversi in caso di utilizzo non autorizzato

Una volta registrato, il marchio diventa un bene prezioso per la Startup, non solo come segno distintivo, ma come vero e proprio asset strategico. Il marchio è l’asset immateriale che rappresenta il legame tra l’impresa e la sua clientela; per questo motivo, è il più prezioso poiché concretizza la sua capacità di generare vendite e valore (si v. Quanto vale il tuo marchio? Valutazione marchi).

Diventa necessario, quindi, difenderlo e tutelarlo da violazioni e abusi da parte degli altri player sul mercato. Per farlo, è di norma sufficiente monitorare il mercato per verificare che altre imprese non utilizzino segni simili o identici (per approfondire: “Cosa può fare un imprenditore in caso di contraffazione di prodotti” di D. Teruggia).

In caso di violazione, si può ricorrere al legale di fiducia per poter impedire al concorrente di perpetrare il suo comportamento ed, eventualmente, agire per ottenere il risarcimento dei danni patiti, sia in termini di immagine nei confronti del mercato e della clientela, sia nei termini del danno economico (per approfondire, si v. “Risarcimento del danno: l’ignoranza della contraffazione può scusare?” di M. Manca).

Registrare un marchio non è un obbligo legale per una Startup, ma è una scelta strategica fondamentale per proteggere il valore dell’impresa. La registrazione garantisce il diritto esclusivo di sfruttamento del marchio, prevenendo utilizzi indebiti da parte di terzi e fornendo un asset economico che può crescere di valore nel tempo. Se hai dubbi o vuoi assicurarti che il tuo brand sia adeguatamente protetto, è sempre consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto industriale. Questo ti permetterà di valutare al meglio le tue opzioni e di procedere con una registrazione efficace e tempestiva.

© Canella Camaiora Sta. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: 23 Settembre 2024
Ultimo aggiornamento: 24 Settembre 2024

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Gabriele Rossi

Laureato in giurisprudenza, con esperienza nella consulenza legale a imprese, enti e pubbliche amministrazioni.
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