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Smart working 2023: Cambiano le regole.

Pubblicato in: Diritto del Lavoro
di Antonella Marmo
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Con la Legge di Bilancio 2023 lo smart working semplificato non sarà più un’opzione percorribile per tutti i lavoratori.

In quest’ articolo vedremo:

La normativa dello smart working nel 2023

Il periodo emergenziale dovuto al Covid è terminato il 31 marzo 2022, tuttavia, è rimasto possibile sino alla fine del 2022 ricorrere allo smart working nel settore privato senza l’accordo individuale tra datore e lavoratore e, quindi, ancora con regime semplificato.

Dal 1° gennaio 2023, tornano però in vigore le leggi vigenti prima della pandemia.

Pertanto, i dipendenti che nel 2023 intendono avvalersi della possibilità di lavorare da remoto devono stipulare un accordo individuale con il datore di lavoro.

Proroga al 31 marzo 2023 per i lavoratori fragili

La Legge di Bilancio prevede però una proroga importante: i lavoratori considerati fragili potranno continuare a lavorare in modalità smart fino al 31 marzo 2023.

Questo significa che i lavoratori affetti da gravi disabilità oppure certificazione attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti di patologie oncologiche potranno continuare a lavorare da remoto senza necessità di specifico accordo col proprio datore di lavoro.

La norma consente che il lavoro in smart working possa essere eseguito “anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento”.

Mentre resta fuori da questa proroga il diritto al lavoro agile i lavoratori-genitori con figli under 14. Questa categoria di lavoratori dal 2023 infatti dovrà come gli altri lavoratori, eventualmente concordare un accordo che prevede la possibilità di ricorrervi, così da far emergere il fatto che si tratti di una scelta concordata e condivisa con il datore di lavoro.

Chi ha diritto a lavorare in smart working?

In linea generale, a parte le categorie fragili, non esistono categorie di lavoratori che possano arrogarsi il diritto di lavorare in smart.

Secondo i criteri previsti dal decreto legislativo 105/2022, nel regolare le misure di conciliazione tra vita e lavoro, nel concedere lo smart working il datore deve dare priorità ai dipendenti:

          che hanno figli fino a 12 anni o disabili;

          affetti da disabilità;

          caregiver, cioè che si prendono cura di familiari che hanno bisogno di assistenza.

A eccezione di queste categorie, i lavoratori non possono pretendere di lavorare da remoto, né l’azienda può in alcun modo imporlo unilateralmente.

Riproduzione riservata ©
Data di pubblicazione: 17 Gennaio 2023
Ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023

Antonella Marmo

Avvocato dello studio legale Canella Camaiora, iscritta all’Ordine di Milano, si occupa di Diritto Commerciale e del Lavoro.
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