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La presenza online delle imprese: dai nomi a dominio al “social commerce”

Pubblicato in: Proprietà Intellettuale
di Arlo Canella
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Nel panorama moderno, il business non si limita alle mura fisiche dell’azienda, ma si estende al vasto mondo del Web. La presenza online delle aziende, dai nomi a dominio al “social commerce”, è diventata fondamentale per la crescita e il riconoscimento nel mercato digitale. Scopriamo insieme i vari aspetti legati a questa evoluzione.

Cosa sono i nomi a dominio?

I nomi a dominio possono essere concepiti come l’indirizzo di una proprietà online, analogamente a come un indirizzo topografico identifica la posizione di un’abitazione o di un’impresa. Funzionano come “traduzioni” user-friendly di ciò che sono dal punto di vista tecnico gli indirizzi IP, permettendo agli utenti di districarsi fra i vari siti e rendendo la navigazione Web più intuitiva. Essi sono essenziali non solo per la localizzazione, ma anche per l’identificazione di entità e imprese nel vasto mare di Internet.

Mentre un marchio è un segno distintivo utilizzato per identificare prodotti o servizi offerti da un’impresa, un nome a dominio rappresenta un indirizzo online. Tuttavia, il confine tra i due può diventare labile nel momento in cui un’azienda decida di registrare un nome a dominio che riflette un suo marchio. Questa possibile sovrapposizione può portare a conflitti, soprattutto se un terzo tenta di registrare un nome a dominio che coincide o si avvicina troppo a un marchio altrui già esistente.

L’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) è l’organismo che sovrintende alla registrazione dei nomi a dominio a livello globale. Esistono due tipi principali di domini: i ccTLDs (Country Code Top Level Domains), che si riferiscono a specifici paesi (ad esempio .it per l’Italia, .de per la Germania), e i gTLDs (Generic Top Level Domains) che includono estensioni come .com, .org, .net e molte altre, che dovrebbero riferirsi a determinate aree tematiche. La scelta tra ccTLDs e gTLDs può avere implicazioni sia in termini di visibilità che di strategia di branding.

A volte, le aziende possono trovarsi in disaccordo sulla proprietà o sull’uso di un nome a dominio. La procedura UDRP (Uniform Domain-Name Dispute-Resolution Policy) è stata introdotta per risolvere tali dispute in modo efficace e meno dispendioso rispetto ai tradizionali procedimenti giuridici. Questa procedura consente alle parti in causa di risolvere le controversie attraverso un arbitrato, riducendo i tempi e i costi relativi.

I nomi a dominio rappresentano quindi un aspetto fondamentale della presenza online di un’impresa. Essi non solo forniscono un punto di riferimento per i clienti e gli stakeholder, ma sono anche centrali nella definizione dell’identità digitale e della sua protezione nel mondo di Internet. Pertanto, è essenziale che le aziende comprendano le sfide e le opportunità associate alla gestione dei loro domini online.

Account social e diritto all'identità digitale

Gli account sui social network rappresentano le vetrine digitali delle aziende nell’era moderna. Tramite piattaforme come facebook, InstaGram, LinkedIn, Twitter (ora X), e molte altre, le aziende possono interagire direttamente con i loro clienti, promuovere prodotti e servizi, ricevere feedback e costruire una reputazione online. Questi profili non solo funzionano come canali di marketing, ma diventano spesso il primo punto di contatto tra l’azienda e il consumatore potenziale.

Con la crescente importanza dei social media, crescono anche i rischi associati a essi. L’usurpazione d’identità, dove terze parti creano account falsi o imitano profili aziendali, è un problema significativo. Queste attività fraudolente possono danneggiare la reputazione di un’impresa, confondere i clienti e, in alcuni casi, violare i diritti di proprietà intellettuale. Le aziende devono essere proattive nel monitorare la presenza di profili falsi e nell’ottenere la verifica ufficiale, quando possibile, per promuovere e proteggere la loro identità digitale.

Ogni piattaforma sociale ha le proprie policy e procedure per gestire le controversie legate agli account e per la verifica degli stessi. Ad esempio, Twitter (ora X) e InstaGram offrono un badge di verifica per gli account autentici di personalità pubbliche, imprese o marchi noti. In caso di controversie, le aziende possono segnalare profili fake o che violino i loro diritti, e le piattaforme possono prendere misure appropriate, che vanno dalla semplice sospensione dell’account fino alla sua eliminazione.

Ad esempio, la spunta blu su Twitter (ora X) è un badge azzurro con un segno di spunta, e indica che l’identità dell’account – sia esso personale o aziendale – è stata confermata e autenticata da Twitter. Qual è la sua importanza per le imprese? Assicura ai follower e ai clienti potenziali che l’account aziendale è autentico, riducendo il rischio di frodi o disinformazione. Aiuta a costruire fiducia tra l’impresa e i suoi clienti, fornendo una certezza sull’autenticità della comunicazione. Non solo: gli account verificati potrebbero godere di maggiore visibilità in alcuni algoritmi di Twitter, aiutando le aziende a raggiungere un pubblico più ampio. 

Dopo l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk nel 2022, fiutato il business, la spunta blu può essere ottenuta sottoscrivendo l’abbonamento a “Twitter Blue“. Tuttavia, gli account che avevano già ottenuto la spunta con le vecchie regole conservano il loro status verificato. Musk, inoltre, ha introdotto la Spunta Dorata per le aziende, che contraddistingue un livello ancora superiore di verifica e si ottiene attraverso un piano d’abbonamento più costoso rispetto a “Twitter Blue”.

In un mondo sempre più digitalizzato, l’identità online delle aziende è tanto preziosa quanto la loro identità fisica. Mantenere, proteggere e valorizzare questa identità richiede una comprensione chiara dei rischi associati e delle policy delle piattaforme sui social media. Pertanto, le imprese devono investire tempo e risorse per garantire che la loro presenza sui social network sia ottimale, protetta e rispondente alle loro esigenze di branding e comunicazione.

Privacy e protezione dei dati sui Social Network

Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) è una legge europea che regolamenta il trattamento dei dati personali dei cittadini UE. Anche se le piattaforme social hanno sede fuori dall’Europa, se offrono i loro servizi ai cittadini dell’UE, devono conformarsi al GDPR. Ciò significa che le aziende che utilizzano i social media per interagire con i clienti devono garantire che le loro attività rispettino le norme sulla privacy, compresi l’ottenimento del consenso per la raccolta e l’uso dei dati, la trasparenza su come i dati vengono utilizzati e la possibilità per gli utenti di richiedere l’accesso, la rettifica o la cancellazione dei propri dati.

Quando un utente interagisce con un profilo aziendale sui social media, lascia tracce digitali. Questi dati, che possono includere informazioni demografiche, preferenze, comportamenti di navigazione e altro, sono preziosi per le aziende. Tuttavia, da questa raccolta di dati deriva anche una grande responsabilità: le imprese devono garantire che questi dati siano protetti, non vengano condivisi senza il consenso dell’utente e siano utilizzati in modo legittimo. Le violazioni possono non solo portare a sanzioni legali, ma anche danneggiare gravemente la reputazione di un’azienda.

Per mantenere la fiducia dei clienti e conformarsi alle normative, le imprese devono adottare best practices in materia di privacy sui social media. Questo può includere:

  • Informare chiaramente gli utenti su come vengono raccolti e utilizzati i loro dati.
  • Offrire opzioni di opt-out o consenso esplicito per determinate attività di raccolta dati.
  • Utilizzare crittografia e altre misure di sicurezza per proteggere i dati raccolti.
  • Limitare l’accesso ai dati solo al personale autorizzato.
  • Monitorare e aggiornare regolarmente le policy sulla privacy in base alle nuove normative in vigore o alle best practices emergenti.

La privacy e la protezione dei dati sono diventate questioni centrali nell’era digitale. Le aziende che operano sui social media devono essere particolarmente attente e proattive nella gestione dei dati degli utenti, assicurando che le loro attività siano sempre nell’alveo dei confini legali ed etici. La fiducia costruita attraverso una gestione responsabile dei dati può tradursi in relazioni con i clienti più forti e durature.

Responsabilità aziendale vs. responsabilità degli utenti

Quando un’azienda pubblica contenuti sui social media, si assume la responsabilità diretta di ciò che viene divulgato. Tuttavia, le piattaforme social sono spesso alimentate dalle interazioni degli utenti sotto forma di commenti, recensioni e condivisioni. Anche se l’impresa non è direttamente responsabile per ciò che un utente posta, potrebbe trovarsi a dover gestire le conseguenze legali o di reputazione derivanti da contenuti inappropriati o dannosi.

È essenziale che le aziende implementino politiche solide e chiare per la moderazione dei contenuti. Ciò include l’utilizzo di filtri, la designazione di team di moderazione o l’istituzione di linee guida chiare per gli utenti. Se viene rilevato un contenuto diffamatorio, inappropriato o che violi i diritti di proprietà intellettuale, l’azienda deve avere a disposizione procedure per intervenire rapidamente e risolvere la situazione.

Le recensioni sono uno strumento prezioso per le aziende, aiutando a costruire fiducia e credibilità nel mercato. Tuttavia, ci sono momenti in cui imprese concorrenti o individui in mala fede possono pubblicare recensioni false o ingannevoli. Le imprese devono essere preparate a identificare e affrontare queste situazioni, lavorando sia con la piattaforma social sia, se necessario, azionando le vie legali per far rimuovere o contraddire le informazioni inesatte.

Sebbene le piattaforme di social media siano spesso viste come spazi per la libertà di espressione, ci sono limiti legali a ciò che può essere detto o condiviso. Le aziende devono bilanciare il rispetto per la libertà di parola degli utenti con la necessità di impedire la violazione di altri diritti.

Per gestire il complesso mondo dei contenuti e delle interazioni sui social media, viene richiesta alle imprese un’attenta considerazione delle responsabilità legali e delle possibili implicazioni. Con una pianificazione mirata e una gestione attenta, le aziende possono sfruttare al meglio i social media, minimizzando i rischi associati.

E-commerce e relazioni con i consumatori online

Nell’era del digitale, l’e-commerce ha rivoluzionato il modo in cui le imprese vendono prodotti e servizi. Non si tratta solo di vendita, ma di un’intera “esperienza utente” che inizia dalla ricerca del prodotto e culmina nell’acquisto.

L’e-commerce, a differenza del commercio tradizionale, presenta particolari criticità legali. Le informazioni obbligatorie da fornire comprendono i dettagli sul venditore, i termini e condizioni di vendita, il diritto di recesso e le garanzie offerte. 

Nell’Unione Europea, per esempio, i consumatori hanno il diritto di recedere da un contratto online entro 14 giorni senza dover fornire una ragione. Anche nel proprio stesso interesse, le imprese devono assicurarsi di rispettare queste norme, fornendo chiare indicazioni sui loro siti web. Ad esempio, nel caso in cui l’esercente non abbia adempiuto all’obbligo di informare il consumatore sull’esistenza del diritto di recesso (violazione dell’art. 49, comma 1, lett. h del Codice del Consumo), il termine per il suo esercizio è esteso a dodici mesi, ulteriori rispetto ai 14 giorni iniziali.

Tenuto conto di quanto è facile lasciare recensioni online, è fondamentale per le aziende monitorare e gestire attivamente il feedback dei clienti. Le recensioni negative, se non affrontate in modo tempestivo e appropriato, possono danneggiare la reputazione di un’azienda (a volte irreparabilmente). Al contempo, le recensioni ingiustamente negative dovrebbero essere gestite con cautela, cercando un dialogo con l’autore o – o in caso di vera e propria falsità – considerando anche l’opzione legale.

Il marketing online offre alle imprese innumerevoli opportunità, dalla pubblicità mirata sui social media alle campagne e-mail. Tuttavia, è essenziale rispettare le leggi sulla protezione dei dati e la privacy. Ad esempio, la normativa europea impone che le campagne di e-mail marketing possano essere inviate solo a destinatari che hanno dato il loro consenso esplicito e “granulare”. Inoltre, i messaggi pubblicitari devono essere chiaramente identificabili come tali, e i destinatari devono avere la possibilità di disiscriversi in qualsiasi momento dalle liste e “con un click”.

L’e-commerce e le relazioni digitali con i consumatori rappresentano ormai opportunità irrinunciabili per le aziende. Tuttavia, con queste opportunità arrivano anche criticità legali e di reputazione che devono essere affrontate con diligenza e competenza professionale per non incorrere in rischi e sanzioni. In Canella Camaiora abbiamo senz’altro l’esperienza per aiutarvi anche in questi frangenti potenzialmente delicati.

© Canella Camaiora Sta. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: 12 Ottobre 2023

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Avv. Arlo Cannela

Avvocato Arlo Canella

Managing Partner dello studio legale Canella Camaiora, iscritto all’Ordine degli Avvocati di Milano, appassionato di Branding, Comunicazione e Design.
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