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Le omesse “dimissioni on-line” danneggiano il datore di lavoro

Pubblicato in: Diritto del Lavoro
di Antonella Marmo
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È ormai trascorso un bel po’ di tempo da quando è stata introdotta la nuova procedura delle dimissioni on-line.

A partire dal Jobs Act, le dimissioni devono essere presentate dal lavoratore obbligatoriamente in modalità telematica (rimandiamo sul punto anche al nostro articolo occhio alle dimissioni).

Dare le dimissioni con una lettera o con una semplice e-mail risulta, infatti, del tutto inefficace.

I lavoratori che avrebbero dovuto diligentemente adeguarsi alla novità normativa, però, non sempre lo hanno fatto.

Vediamo quali sono le conseguenze per il datore di lavoro nell’ipotesi di mancanza di dimissioni on-line.

Dimissioni valide o “assenza ingiustificata”?

Anche se l’obbligo di comunicazione delle dimissioni in modalità telematica è posto a carico del lavoratore, il rischio sembra essere proprio quello che il rapporto di lavoro resti in piedi in tutto e per tutto.

Per ovviare a questa omissione, il datore di lavoro sarebbe costretto a licenziare il lavoratore per “assenza ingiustificata“, avviando un vero e proprio procedimento disciplinare

Occhio alla durata dell’assenza però! L’assenza deve essere superiore al limite massimo di assenza ingiustificata previsto dal Ccnl. In mancanza di superamento del limite il licenziamento sarebbe invalido.

In alcuni casi, potrebbe inoltre venire il sospetto che il lavoratore abbia volontariamente omesso di presentare le dimissioni on-line per “ottenere” il licenziamento.

Infatti quando la risoluzione del rapporto è involontaria, il lavoratore potrebbe acquisire il diritto a percepire l’indennità di disoccupazione NASpI.

Oltre alle dimissioni… occorre pagare il ticket di licenziamento.

Licenziare (per giusta causa) il lavoratore dimissionario non comporta l’erogazione di un’indennità di preavviso. Ma il datore di lavoro dovrà senz’altro pagare all’Inps il c.d. ticket di licenziamento.

Il ticket è infatti dovuto dall’azienda per il caso di licenziamento di ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato. Per l’anno 2018 il contributo da pagare è pari ad Euro 495,34 euro per ogni anno di lavoro effettuato, fino ad un massimo di 3 anni.

Insomma, se il lavoratore si scorda di dare le dimissioni on-line, tale dimenticanza può diventare un grattacapo per il datore ed infine comportare anche il pagamento di somme tutt’altro che trascurabili.

Soluzioni e strategie (per proteggere il datore di lavoro)

A questo punto avrete compreso che il datore di lavoro non può prendere sottogamba la questione di cui ci stiamo occupando.

Il datore di lavoro potrebbe risolvere il problema convocando il lavoratore “distratto” in sede protetta. Infatti, un avvocato del lavoro sa che l’omissione della procedura on-line potrebbe essere ovviata dalla sottoscrizione di un accordo ad es. in sede sindacale. In questi casi, infatti, non sarebbe necessario seguire la procedura on-line.

D’altro lato, poiché prevenire è meglio che curare… Qualora il datore di lavoro non dovesse ricevere conferma dal dipendente delle dimissioni presentate anche mediante la procedura telematica, potrebbe rifiutarsi di liquidare e corrispondere il TFR.

Del resto, il trattamento di fine rapporto non dovrà certamente essere corrisposto dal datore in mancanza della chiara ed inequivoca “fine del rapporto”. E la fine del rapporto si avrebbe soltanto con le dimissioni on-line.

Intuitivamente, il lavoratore sarà maggiormente invogliato a completare la procedura on-line per poter ottenere la liquidazione del TFR.

Per maggiori informazioni su questo argomento vi invitiamo a contattarci oppure a visitare la pagina del nostro sito dedicata al diritto del lavoro

Riproduzione riservata ©
Data di pubblicazione: 30 Ottobre 2018
Ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023

Antonella Marmo

Avvocato dello studio legale Canella Camaiora, iscritta all’Ordine di Milano, si occupa di Diritto Commerciale e del Lavoro.
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