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L‘introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) ha rivoluzionato numerosi settori, innescando una serie di sfide nel panorama lavorativo e suscitando notevoli implicazioni per il diritto del lavoro italiano.
Il veloce avanzamento tecnologico dell’IA solleva interrogativi importanti riguardo alla capacità delle attuali normative di adattarsi a questa evoluzione.
Mentre l’Italia potrebbe incontrare difficoltà nel rivedere il proprio quadro legislativo, il legislatore europeo si erge come protagonista nel processo di regolamentazione dell’IA.
Ciò è testimoniato dall’approvazione della bozza di legge sull’IA COM (2021) 206 da parte del Coreper (comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione europea) il 2 febbraio 2024, in attesa di ratifica parlamentare.
Le aziende che integrano l’IA possono godere di un margine competitivo, ma ciò esercita una pressione sui datori di lavoro e sulle risorse umane per abbracciare e gestire questa tecnologia, nonostante l’incertezza normativa ancora presente.
In questo scenario, emergono una serie di problematiche potenziali che i datori di lavoro devono affrontare nel processo di implementazione dei sistemi di IA.
La prospettiva di effettuare controlli remoti sui dipendenti solleva interrogativi sulla conformità con le disposizioni dell’Articolo 4 della Legge n. 300/1970 e sulla tutela della riservatezza dei lavoratori.
La valutazione delle performance e il monitoraggio delle attività dei dipendenti, come la frequenza delle pause, richiedono un approccio bilanciato al fine di assicurare il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Le sfide derivanti dall’IA includono questioni legate alla responsabilità e alla sicurezza dei dati. I datori di lavoro devono valutare quale azione disciplinare intraprendere in caso di errori causati da sistemi di IA, e devono affrontare l’aspetto della responsabilità per eventuali danni derivanti da un funzionamento difettoso del sistema.
Inoltre, la salvaguardia del know-how aziendale e dei dati sensibili è essenziale per mitigare rischi come il ransomware, un tipo di attacco informatico che può causare danni significativi e richiedere il pagamento di un riscatto per il ripristino dei dati.
In Italia, vi sono leggi che governano l’impiego dei sistemi di IA, ma è fondamentale per i datori di lavoro osservare le disposizioni di sicurezza dei dati stabilite dal GDPR e dal Decreto Legislativo n. 101/2018.
Coinvolgere le rappresentanze sindacali aziendali nel processo di integrazione dell’IA è fondamentale per assicurare la salvaguardia dei diritti dei lavoratori.
L’implementazione di normative e direttive europee mira a stabilire un quadro normativo chiaro per affrontare le sfide derivanti dall’IA nel contesto lavorativo.
Tuttavia, considerando la complessità della norma e la costante evoluzione tecnologica, i datori di lavoro possono trarre vantaggio dall’assistenza di professionisti legali con competenze tanto nel campo del diritto del lavoro quanto dell’IA e della protezione dei dati personali.
Antonella Marmo