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L’Unione Europea sta adottando misure rigorose per contrastare il greenwashing, influenzando significativamente il business delle aziende attraverso nuove normative più stringenti.
L’Unione Europea ha adottato una serie di misure per promuovere il ruolo del consumatore attivo e consapevole, specialmente nel contesto della sostenibilità ambientale. La Direttiva UE 2024/825, nota come EmpCo Directive, è uno degli strumenti legislativi più recenti che modifica la direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali. Questa direttiva fa parte di un più ampio sforzo legislativo che include anche la proposta di direttiva sulle asserzioni ambientali esplicite del 22 marzo 2023, volta ad armonizzare la disciplina sui green claims, e la proposta di direttiva sul diritto alla riparazione dei prodotti, che mira a facilitare e rendere più economiche le riparazioni anche oltre il periodo di garanzia legale.
Secondo la relazione annuale 2024 dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), il consumatore moderno è sempre più riconosciuto come un soggetto attivo e responsabile, capace di influenzare i mercati attraverso scelte consapevoli e responsabili. Questo nuovo modello di consumatore non è più visto solo come la parte debole del rapporto commerciale, ma come un protagonista del mercato in grado di orientare le strategie aziendali. In particolare, nel contesto della transizione ecologica, il consumatore critico e partecipativo orienta le proprie decisioni di acquisto non solo sulla base della quantità e qualità dei prodotti, ma anche in funzione della loro sostenibilità ambientale.
Il legislatore europeo è pienamente consapevole di questa evoluzione e ha indicato la lotta al greenwashing tra le priorità della Nuova Agenda dei Consumatori 2020, del Piano d’azione per l’economia circolare e del Piano industriale del Green Deal per l’economia verde. La Direttiva UE 2024/825 sulla Responsabilizzazione dei Consumatori per la Transizione Verde, adottata dal Consiglio Europeo il 20 febbraio 2024, rappresenta un passo fondamentale in questa direzione. Essa modifica la direttiva 2005/29/CE e la direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori nei contratti, con l’obiettivo di contribuire a un’economia circolare, pulita e verde, consentendo ai consumatori di prendere decisioni di acquisto informate.
L’allegato I della Direttiva 2005/29/CE è stato aggiornato con l’inserimento – ad opera della direttiva EmpCo – di nuove pratiche commerciali vietate, mirate a contrastare il greenwashing.
Riteniamo particolarmente rilevanti queste macro-categorie di divieti che mirano a garantire la trasparenza e la veridicità delle dichiarazioni ambientali, consentendo al consumatore di fare scelte più consapevoli.
Più in dettaglio, l’allegato I della Direttiva 2005/29/CE, come aggiornato dalla direttiva EmpCo, è stato integrato dai seguenti divieti che riportiamo pedissequamente:
La Direttiva UE 2024/825 è entrata in vigore il 26 marzo 2024, ossia 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Gli Stati membri devono recepire la direttiva entro il 27 marzo 2026, adottando e pubblicando le misure necessarie per conformarsi a essa e informando immediatamente la Commissione. Le disposizioni saranno applicabili a partire dal 27 settembre 2026. Le imprese dovranno quindi adeguarsi a queste nuove normative per evitare di incorrere in sanzioni.
Secondo l’articolo 27 del Codice del Consumo italiano, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) può imporre varie sanzioni per le pratiche commerciali scorrette, inclusi i casi di greenwashing. Le principali sanzioni includono:
Per le aziende, ciò significa rivedere le loro pratiche di comunicazione e verificare che tutte le asserzioni ambientali siano supportate da evidenze scientifiche e certificazioni adeguate. È essenziale che le imprese si adeguino prontamente per evitare potenziali penalità e per mantenere la fiducia dei consumatori nella loro sostenibilità.
Oltre alla Direttiva UE 2024/825, altre iniziative legislative sono in corso di esame per migliorare ulteriormente la trasparenza e la sostenibilità. La proposta di Direttiva UE 2023/166, presentata il 22 marzo 2023, mira a armonizzare la valutazione e il monitoraggio dei green claims nell’UE. Questa direttiva affronta la proliferazione di etichette ambientali pubbliche e private e si concentra sui claims volontari e specifici indirizzati ai consumatori europei. La sua adozione definitiva è ancora in corso di discussione presso il Parlamento e il Consiglio dell’UE.
Avvocato Arlo Canella