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Genitori separati, esiste un App che vi aiuta a dialogare (per il bene dei vostri figli)

Pubblicato in: Famiglia
di Mariasole Trotta
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La comunicazione tra genitori separati a volte è impossibile. Probabilmente è il contatto stesso (verbale o fisico) che rende insostenibile ogni dialogo per gli ex amanti.

Partendo da questo presupposto uno startupper belga, Gill Ruidant, ha progettato un’Applicazione che attraverso l’inserimento di uno “schermo digitale”, aiuta i genitori separati ad organizzare gli impegni quotidiani, pur tenendoli a debita distanza. Si tratta di 2houses (https://www.2houses.com/it/).

Il dipartimento di diritto di famiglia dello Studio Legale Canella Camaiora si occupa di consulenza e assistenza in materia di separazione e divorzi. Per una consulenza personalizzata puoi contattarci cliccando qui.

Come funziona l’App?

L’App non è altro che un comodissimo “facilitatore di co-genitorialità”. Il sito Web di 2houses dice che ad utilizzarlo sono già oltre 90.000 famiglie in 137 nazioni.

E’ vero che il dialogo inter-genitoriale è importante, ma noi per esperienza di studio, lo consigliamo proprio nel superiore interesse dei vostri figli.

Come viene facilitata la comunicazione tra genitori separati?

L’App infatti consente di utilizzare un calendario on line condiviso per annotare, modificare, posticipare ogni tipologia di appuntamento che coinvolge i figli. Si pensi alle lezioni di danza o calcio, all’appuntamento dal dentista, al compleanno di un compagno di classe. E’ possibile gestire addirittura il piano di affidamento e le richieste di cambio tramite e-mail all’altro genitore.

l’App include anche un sistema di gestione delle spese. Tutte le spese sostenute e quelle da sostenere per i bisogni della prole possono essere aggiornate e monitorate da entrambi i genitori.

Inoltre, le spese possono essere raggruppate per categorie. Gli scontrini possono essere fotografati e trasmessi all’altro genitore.

2houses, consente inoltre di annotare e condividere con l’ex coniuge molte altre informazioni, perfino le taglie di abiti e scarpe, informazioni medico sanitarie e recapiti telefonici utili.

Dialogare nell’interesse delle prole è un dovere di ogni genitore

C’è chi dirà che questa “del digitale” non può essere la soluzione. Eppure, in qualche modo, bisognerà pur fare poiché quando con la Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia del 1989 è stato sancito il principio di bigenitorialità non ci si è dati la pena di definire come fosse possibile attuarlo in concreto quando l’acredine tra genitori diventa un ostacolo apparentemente insuperabile.

Del resto la nostra Suprema Corte parla chiaro, la bigenitorialità deve intendersi “quale presenza comune dei genitori nella vita del figlio, idonea a garantirgli una stabile consuetudine di vita e salde relazioni affettive con entrambi, i quali hanno il dovere di cooperare nella sua assistenza, educazione ed istruzione (Cass. Civ., Sez. VI, 23 settembre 2015, n. 18817)”.

Con la L. n. 54 del 2006, l’istituto dell’affidamento condiviso (art. 337 ter c.c.) è il regime ordinario da applicare nei casi di crisi della coppia ed allora non si può proprio non trovare una via per comunicare civilmente.

Tutto made in Italy è pure il “Progetto Anthea”che ha l’aspirazione di coinvolgere oltre il nucleo familiare in senso stretto, anche altre figure che possono gravitare eventualmente attorno alla famiglia come gli assistenti sociali e gli organi della giustizia minorile.

Se hai bisogno di una consulenza personalizzata in materia di separazioni e divorzi Ti invitiamo a contattarci o a visitare la pagina del nostro sito web.


 

Riproduzione riservata ©
Data di pubblicazione: 9 Marzo 2017
Ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023

Mariasole Trotta

Laureata magna cum laude all'Università degli Studi di Roma Tre, Avvocato appassionata di Diritto di famiglia.
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