A seguito dello stato di emergenza le imprese si sono dovute organizzare, quando possibile, per permettere ai dipendenti di eseguire il lavoro in modo “smart” oppure mettendoli in “ferie forzate”.
Ma il datore di lavoro può unilateralmente mettere in ferie forzate i lavoratori?
Prima di spiegare cosa prevede il nuovo decreto, vi ricordiamo che abbiamo già affrontato il tema delle ferie non godute. Per eventuali approfondimenti sulla loro monetizzazione vi invitiamo a leggere l’articolo “Quanti soldi è possibile ottenere dalle ferie non godute?”.
Si evidenza inoltre che l’assistenza per l’analisi legale del contratto di lavoro è uno dei nostri servizi dedicati nell’area di attività diritto del lavoro.
Le ferie retribuite rappresentano un diritto fondamentale e irrinunciabile del lavoratore. Spettano infatti ogni anno a tutti i lavoratori subordinati, in una misura minima stabilita dalla normativa, a prescindere dal loro inquadramento.
Tale diritto è garantito dalla legge e dalla Costituzione, poiché ha il fine di consentire il recupero psico-fisico del dipendente.
Le ferie permettono infatti al lavoratore non solo un periodo di stacco dal lavoro, ma anche di permettere il recupero di rapporti familiari sociali e una pausa di svago, poiché generalmente compromessi dalle fatiche del lavoro quotidiano.
Il periodo di fruizione delle ferie è solitamente concordato tra dipendente e datore di lavoro. Tuttavia l’ultimo ad avere la parola su tale decisione è proprio il datore di lavoro.
Spetta a quest’ultimo infatti decidere in quali giorni deve essere fruito il periodo di “pausa”, ovviamente retribuita, con carattere possibilmente continuativo, nel rispetto del periodo minimo previsto dai rispettivi CCNL e dalla legge.
Tuttavia, nel decidere la collocazione delle ferie, il datore deve comunque tenere in considerazione anche le esigenze del lavoratore.
Generalmente le esigenze dell’azienda prevalgono su quelle del dipendente, anche se ovviamente quando è possibile il datore di lavoro deve cercare di raggiungere un accordo con il dipendente.
Infatti, molte aziende per evitare problemi tendono a predisporre un piano ferie concordato con i dipendenti.
Per affrontare l’emergenza Coronavirus, il datore di lavoro può spingere i dipendenti a fruire delle ferie non ancora godute.
Il DM 8 marzo 2020 all’art. 1, comma 1, lettera e, precisa che: “si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere, durante il periodo di efficacia del presente decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodo di congedo ordinario e di ferie, fermo restando quanto previsto dall’art. 2 comma 1 lettera r“.
In buona sostanza quando il lavoro agile non è possibile, il Governo ha raccomandato proprio di mettere in ferie i dipendenti…
Non vi sono comunque obblighi specifici in tal senso. Bisogna tenere a mente però che la situazione richiede di bilanciare una serie di interessi non necessariamente contrastanti: quello dei lavoratori, quello della sopravvivenza dell’azienda, quello alla salute pubblica…
Si tratta di interessi e, quindi, di motivazioni tutte oggettive e condivisibili. In quanto tali, si pongono sulla scia di quegli orientamenti della Suprema Corte di Cassazione che consentono al datore di organizzare il lavoro nel modo aziendalmente più efficiente, nel rispetto dei diritti delle parti coinvolte.
Se da un lato, infatti, si cerca di tutelare al meglio la salute del dipendente, dall’altro ne consegue inevitabilmente che alcuni lavoratori rischino di esaurire tutte le ferie maturate, se non addirittura di sforare il limite annuale stabilito dal proprio contratto.
In tale ottica, vi invitiamo a leggere il nostro ultimo articolo sulla procedura di comunicazione semplificata dello smart working.
Per maggiori informazioni vi invitiamo a contattarci oppure a visitare la pagina del nostro sito dedicata al diritto del lavoro.
Antonella Marmo