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Come ottenere l’eliminazione di contenuti che ci riguardano dal Web ovvero il diritto all’oblio

Pubblicato in: Difesa Legale
di Federico Regolo
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In questo articolo parliamo del diritto all’oblio ciò del diritto di ottenere l’eliminazione dei contenuti che ci riguardano dal Web. Per la precisione, in questo articolo vi parleremo di:

  1. Cos’è il Diritto all’Oblio?
  2. Cosa dice la Legge?
  3. Come ottenere da Google la cancellazione (deindicizzazione) dei “contenuti personali”  presenti sul Web
  4. Come chiedere e ottenere la cancellazione direttamente agli autori del contenuto Web

* * *

1.- COS’È IL DIRITTO ALL’OBLIO?

Non c’è memoria più infallibile di quella di Internet. Digitando su Google il nome e il cognome di una persona, infatti, è possibile ottenere istantaneamente molte informazioni: foto, video, notizie di stampa, recensioni e commenti. Infatti, molti contenuti anche molto risalenti nel tempo restano a disposizione di chiunque ne faccia ricerca per un tempo indefinito. Ebbene, tramite diverse procedure, si può ottenere la cancellazione dei contenuti che ci riguardano quando essi risultino lesivi della nostra reputazione oppure quando la loro presenza sul Web non soddisfi un effettivo interesse pubblico.

Per diritto all’oblio si intende quindi il diritto ad essere “dimenticati”, cioè il diritto a non venir più ricordati anche per avvenimenti passati che ci riguardano ma che non sono più di interesse pubblico in quanto ormai non più attuali. Questo diritto tutela la riservatezza di ognuno di noi, evitando che chiunque possa reperire facilmente su internet informazioni sul nostro conto che vorremmo tener nascoste. Vediamo come questa esigenza viene tutelata oggi dal nostro ordinamento.

2.- COSA DICE LA LEGGE?

Pensiamo ad esempio ai più diversi contenuti sul web che riportano informazioni per fatti, magari anche veri, che sono però ormai considerati “vecchi” (es: un articolo di giornale, una foto che ci immortala in compagnia di altre persone, un report di lavoro riguardante una nostra attività svolta anni fa). In tutti questi casi, grazie al diritto all’oblio, è possibile ottenere la cancellazione o in alternativa la deindicizzazione delle informazioni impedendo, in quest’ultimo caso, che il contenuto in questione appaia tra i risultati della ricerca Google.

Sarà capitato a tutti, a seguito di un incontro di lavoro o di una nuova conoscenza, di digitare sul web il nome e il cognome del proprio interlocutore per scovarne il più alto numero di informazioni possibili. Quando però i destinatari della ricerca siamo noi, possiamo sentire l’esigenza di non essere trovati.

Oggi il diritto all’oblio è disciplinato in Italia dal Codice della Privacy che prevede alcune sanzioni penali per l’illegittimo trattamento dei dati personali. A livello comunitario è invece disciplinato dal GDPR all’articolo 17, comma 1, che prevede espressamente il diritto alla cancellazione dei dati personali sulla base delle seguenti condizioni:

  • i dati personali non sono più necessari rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti;
  • l’interessato revoca il consenso;
  • l’interessato, avendone il diritto, si oppone al trattamento dei dati;
  • i dati personali sono stati trattati illecitamente…

Per ottenerne la cancellazione, quindi, è sufficiente opporsi alla loro pubblicazione (e/o permanenza online) quando questi non risultano più di interesse pubblico. I punti critici, tuttavia, restano quelli di definire:

  1. cosa risulti effettivamente di interesse pubblico e
  2. come ottenerne materialmente la cancellazione.

Quanto al primo punto, occorre tenere a mente che se da una parte il legislatore tutela il diritto all’oblio (ovvero il diritto alla riservatezza), dall’altra parte non trascura un ulteriore diritto fondamentale: il diritto di cronaca. Infatti, la Legge bilancia il c.d. diritto ad essere dimenticati con quello ad una corretta informazione. È proprio per questo motivo che il comma 3 dell’art. 17 del GDPR non consente la cancellazione dei dati personali quando la pubblicazione dei contenuti online è frutto della libertà di espressione o quando ci sono motivi di interesse pubblico che rendono doveroso e utile il mantenimento del contenuto in rete.

Determinare se i contenuti siano di interesse pubblico non è semplice. La valutazione implica la considerazione di diversi fattori tra cui, ad esempio, se i contenuti appartengano  alla vita professionale o personale del richiedente, se si tratti di un crimine (recente o passato), se i contenuti riguardino una carica politica o un incarico pubblico. Inoltre, potrebbe essere rilevante il fatto che l’informazione sia contenuta in un articolo di stampa o di altro tipo. Procediamo con ordine.

3.- COME OTTENERE DA GOOGLE LA CANCELLAZIONE (DEINDICIZZAZIONE) DEI “CONTENUTI PERSONALI”  PRESENTI SUL WEB

Nella sentenza europea Google Spain (sentenza del 13 maggio 2014) è stato previsto che il gestore di un motore di ricerca (es. Google) è responsabile del trattamento dei dati personali che appaiono sulle pagine Web (anche se pubblicate da terzi).

Nel caso in cui online appaia una notizia che non è più di interesse pubblico perché datata, potremmo rivolgerci direttamente a Google – eventualmente anche mediante un avvocato esperto della materia – per ottenere la deindicizzazione della notizia, facendo sì che questa non appaia più tra i primi risultati del motore di ricerca. La soluzione, frutto di un compromesso tra il diritto all’oblio e il diritto di cronaca, è stata elaborata dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e da successive sentenze delle Corti Italiane.

Secondo statistiche ufficiali Google i tipi di contenuto di cui viene richiesta più frequentemente la cancellazione riguardano illeciti professionali (16%) e informazioni professionali (12,2%) e attività illegali (10,8%) risalenti nel tempo.

Grazie alla deindicizzazione i contenuti, pur presente sul Web, non potranno più essere trovati mediante il motore di ricerca. Si noti che le ultime linee guida sulla deindicizzazione a cura dell’EDPB (European Data Protection Board) sono del luglio del 2020

4.- COME CHIEDERE E OTTENERE LA CANCELLAZIONE DIRETTAMENTE AGLI AUTORI DEL CONTENUTO WEB

Oltre alla deindicizzazione da Google, è diritto di ognuno di noi richiedere la rimozione dei contenuti direttamente agli autori degli stessi. Per ottenere la cancellazione, infatti, è possibile contattare l’autore del contenuto degli stessi e/o il responsabile del sito che lo ospita. Ovviamente, nella maggior parte dei casi, è consigliabile farlo attraverso una diffida legale predisposta da un avvocato esperto della materia.

Se, ad esempio, se volessimo ottenere l’oblio di una sentenza di condanna di parecchi anni fa potremmo in primo luogo contattare la testata giornalistica che ha riportato la notizia chiedendone la cancellazione dal sito Web o quantomeno l’oscuramento dei nominativi. Esistono, inoltre, anche molti altri contenuti Web non più attuali di cui potrebbe essere legittimo richiedere la cancellazione.

Si noti inoltre che, ricorrendo al giudice ordinario è possibile invece ottenere una sentenza che prescriva le misure necessarie per il raggiungimento del risultato indicato ed il risarcimento dei relativi danni patrimoniali e non patrimoniali.

Si noti inoltre che un recente emendamento al disegno di legge Cartabia sulla riforma della giustizia approvato alla Camera prevede che i decreti di archiviazione, le sentenze di non luogo a procedere e le sentenze di assoluzione vengano comunicate al Garante della Privacy e costituiscano titolo per l’emissione senza indugio di un provvedimento di deindicizzazione dei contenuti relativi al procedimento penale. L’intento della riforma è chiaro: rendere ancora più automatico, almeno per le tipologie di sentenze ora riportate, il godimento del diritto all’oblio.

Per via della complessità della materia è sempre consigliabile rivolgersi ad un professionista ovvero ad un avvocato esperto sia per le attività di cancellazione che di deindicizzazione correlate al diritto all’oblio.

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Data di pubblicazione: 16 Settembre 2021
Ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023
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