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Bando Marchi Collettivi 2022: agevolazioni per la promozione all’estero dei marchi collettivi e di certificazione

Pubblicato in: Proprietà Intellettuale
di Debora Teruggia
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Con la pubblicazione del Bando Marchi Collettivi 2022 (decreto direttoriale 3 ottobre 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17/11/2022), dal 22 novembre al 22 dicembre le associazioni rappresentative e i consorzi possono presentare domanda per richiedere gli incentivi per la promozione all’estero dei marchi collettivi e di certificazione.
In questo articolo analizzeremo il contenuto del Decreto e vedremo, in particolare:

Cosa sono i marchi collettivi e i marchi di certificazione

Il Bando prevede per i soggetti beneficiari l’obbligo di titolarità di un marchio collettivo o di un marchio di certificazione già registrato. Prima di entrare nel vivo del Bando, ci pare quindi doveroso aprire una parentesi sulla differenza che intercorre tra i marchi collettivi e quelli di certificazione. 

Innanzitutto, entrambi sono titoli di privativa industriale (regolati rispettivamente dagli artt. 11 e 11-bis del Codice di proprietà industriale) che valorizzano l’eccellenza italiana nel mondo e sono particolarmente utilizzati nel settore manifatturiero, in quello agroalimentare e in quello vitivinicolo. 

Il marchio collettivo (per informazioni più dettagliate potete leggere qui) è un segno distintivo finalizzato a contraddistinguere prodotti o servizi di più imprese per la loro specifica provenienza, natura o qualità. Il marchio collettivo svolge quindi una funzione di garanzia del prodotto o del servizio secondo un determinato regolamento (c.d. “Disciplinare”), depositato presso l’UIBM. Il Disciplinare deve contenere gli specifici standard qualitativi da rispettare, nonché gli strumenti di controllo previsti e i soggetti a tal fine designati. 

La particolarità del marchio collettivo è che esso non è destinato a venire necessariamente utilizzato dal titolare del marchio o solo da quest’ultimo, ma anche da tutti gli altri soggetti interessati a garantire l’origine, la natura o la qualità di determinati prodotti o servizi in conformità al Disciplinare.

Il Decreto legislativo 20 febbraio 2019, n. 15 prevede che i marchi collettivi possano essere registrati – tipicamente – da persone giuridiche di diritto pubblico e dalle associazioni di categoria di fabbricanti, produttori, prestatori di servizi o commercianti.

Secondo l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (“UIBM”) risultano davvero poche le domande di registrazione di marchi collettivi: dal 2008 a oggi sono infatti solo 1.599. 

I marchi di certificazione sono ancora meno utilizzati e, dal 2019 (anno in cui è stata introdotta la possibilità di registrare questa particolare tipologia di marchio), sono stati depositati solamente 178 marchi di certificazione.

Questi ultimi sono titoli di privativa il cui scopo è certificare determinate caratteristiche o qualità dei prodotti o dei servizi, anche in questo caso secondo un regolamento specifico (c.d. “Regolamento d’uso”). A differenza del marchio collettivo, il titolare del marchio di certificazione può essere chiunque (persona fisica o giuridica, anche società di capitali o istituzione pubblica), purché non gestisca un’attività che comporti la fornitura di prodotti o servizi del tipo certificato. 

Quali sono i requisiti soggettivi di accesso al Bando Marchi Collettivi 2022?

Il Bando Marchi Collettivi 2022 rientra tra le misure urgenti di crescita economica (c.d. “Decreto Crescita”). La finalità del Bando è proprio quella di favorire le esportazioni di prodotti con determinati standard di qualità, sostenendo la promozione all’estero dei marchi italiani collettivi o di certificazione da parte di associazioni rappresentative di categoria ed enti certificatori. 

Le agevolazioni previste dal Bando Marchi Collettivi 2022 sono rivolte a: 

– le associazioni rappresentative delle categorie produttive;

– i consorzi di tutela di cui all’art. 53 della legge 24 aprile 1998, n. 128 e successive modifiche;

– altri organismi di tipo associativo o cooperativo.

Al momento della presentazione della domanda, i soggetti beneficiari devono necessariamente essere titolari di un marchio collettivo o di certificazione già registrato ovvero essere in possesso di un idoneo titolo per l’utilizzo e la gestione di un marchio collettivo o di certificazione già registrato.

Il decreto richiede altresì che i beneficiari siano in possesso di alcuni particolari requisiti tra cui avere sede in Italia, essere iscritti al registro delle persone giuridiche o al registro imprese, non essere sottoposti a procedure concorsuali e non avere in corso procedimenti amministrativi connessi ad atti di revoca per indebita percezione di risorse pubbliche.

Cosa finanzia il Bando Marchi Collettivi 2022?

Ogni domanda di ammissione prevede un contributo a fondo perduto fino a un massimo di 150.000 euro, che non può superare il 70% delle spese ammissibili. 

Il Bando finanzia le spese sostenute per l’acquisizione dei servizi specialistici relativi a iniziative di promozione all’estero del marchio collettivo e/o di certificazione, come ad esempio: 

  • Fiere e saloni internazionali (anche in modalità online);
  • Eventi collaterali alle manifestazioni fieristiche internazionali, come per esempio eventi di intrattenimento o di formazione, serate a tema, degustazioni, aperitivi;
  • Incontri bilaterali con associazioni estere;
  • Seminari aventi natura informativa in Italia (con operatori esteri) e all’estero, anche aperti a utenti non del settore e anche in modalità online
  • Azioni di comunicazione, campagne pubblicitarie sul mercato estero (anche online);
  • Creazione di comunità virtuali a supporto del marchio. 

Attenzione! Il progetto deve prevedere, a pena di inammissibilità, la realizzazione di almeno due delle iniziative sopra riportate. Inoltre, il progetto deve essere concluso entro dieci mesi dalla notifica di concessione dell’agevolazione.

Altro requisito essenziale consiste nell’aver già sostenuto almeno il 30% delle spese. 

Infine, non è possibile richiedere l’agevolazione per un importo di agevolazione inferiore a 20.000 euro.

Termini e modalità (requisiti oggettivi) di presentazione delle domande al Bando Marchi Collettivi 2022

Unioncamere è il soggetto amministratore del Bando e si occupa di gestire la ricezione e l’istruttoria delle domande nonché l’erogazione delle agevolazioni. 

L’arco temporale per poter presentare la domanda di agevolazione è molto limitato. I soggetti interessati possono infatti presentare la domanda a partire dal 22 novembre e non oltre il 22 dicembre

Del resto, dobbiamo mestamente enfatizzare come siano proprio poche le domande di partecipazione al Bando. L’UIBM pubblica ogni anno un Rapporto di Attività, ove sono contenute le statistiche inerenti la registrazione dei titoli di privativa industrialistica (marchi, design, brevetti, eccetera). In relazione al Bando Marchi Collettivi, risulta che nel 2020 siano state presentate solo 9 domande ma – a seguito dell’attività istruttoria – solamente 3 siano state ammesse, per un totale di finanziamenti pari a 179.000 euro. 

Alla luce delle vere e proprie pastoie burocratiche previste per la partecipazione a questo specifico Bando, è quindi molto importante prepararsi in anticipo, raccogliendo la documentazione per tempo e presentando una domanda che sia in regola con i requisiti previsti dalla normativa. Lo Studio Canella Camaiora – ovviamente – fornisce assistenza non solo per la partecipazione al Bando, ma anche per la registrazione dei marchi collettivi e di certificazione, oltre che per la redazione di Disciplinari e Regolamenti d’uso.

Riproduzione riservata ©
Data di pubblicazione: 2 Dicembre 2022
Ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023

Debora Teruggia

Laureata presso l'Università degli Studi di Milano, praticante avvocato appassionato di Diritto del Lavoro e Diritto di Famiglia.
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