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Anche i Designer si siedono (le origini dell’Industrial Design)

Pubblicato in: Proprietà Intellettuale
di Arlo Canella
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L’industrial design è attorno a noi.  Lampade, attaccapanni, poltrone, tavoli  perfino una sedia  caratterizzano la nostra vita e condizionano i nostri gesti quotidiani. A seconda delle nostre personali abitudini alcuni oggetti sono più importanti di altri. Molti hanno una storia antica, altri sono relativamente moderni.

Tutti questi oggetti… sono l’applicazione di un’idea che ha dato origine ad un progetto, ad un disegno, ed infine ad un risultato.

I servizi di azione a tutela del Design e di registrazione del design sono solo alcuni dei nostri servizi dell’area: diritto del Design.

Ma quando nasce l’Industrial Design?

Le sue origini sono misteriose. Da avvocato posso riassumere la faccenda, banalizzandola, dicendo che l’Industrial Design nasce insieme al concetto di prototipo ed alla produzione in serie.

  • L’Artigiano deve soddisfare le esigenze specifiche di un solo committente.
  • Il Designer deve fare i conti con la modernità che poi significa rivolgersi contemporaneamente ad un numero indefinito (massivo) di interlocutori: l’estetica, la funzionalità e l’ergonomia divengono collettive.

Si tratta di sfide differenti ma possono senz’altro sfociare nell’Arte. Ai posteri (ed alla collettività) spetta l’ardua sentenza.

Proviamo quindi a sintetizzare le ere dell’Industrial Design (tra i miti, qualche immagine, ed un paio di paletti temporali).

La sedia dei profeti (del minimalismo).

Nel 1774 gli Shakers, i seguaci di un movimento religioso ascetico ancora più estremo del puritanesimo, fuggirono dall’Inghilterra per rifugiarsi negli Stati Uniti. Così come molti avevano fatto prima di loro, i c.d. profeti di Cévennes fondarono villaggi, comunità eremitiche rurali, dedite esclusivamente al lavoro ed alla preghiera.

Il celibato più austero e la negazione della proprietà determinarono, tanto nell’abbigliamento quanto negli arredi, il più puro utilitarismo funzionale (meticolosamente perseguito mediante il rifiuto di ogni decorazione individualizzante).

E’ davvero paradossale poter notare come la prima produzione in serie sia nata da esigenze tutt’altro che industriali. Il comunismo spirituale degli Shackers infatti portò ad una tale omologazione negli oggetti quotidiani da determinarne il più spinto minimalismo estetico.

Forse proprio per questa ragione gli elementi d’arredo degli Shackers sono tanto apprezzati e ricercati dai collezionisti contemporanei.

“La Sedia delle Sedie” e la nascita dell’Industrial.

Michael Thonet (1796-1871) era innanzitutto un esperto artigiano: egli ha letteralmente esplorato i confini delle caratteristiche fisiche del legno, inventando tecniche per la sua piegatura decisamente innovative. Tenta di ottenere un brevetto a tutela dei propri sforzi applicativi sin dal 1841 e finalmente il 10 luglio 1856 ottiene un brevetto “per la produzione di sedie e gambe di tavoli in legno curvato, ottenute mediante l’azione di vapore o di liquidi bollenti“.

Nel 1853, a Vienna, fonda la sua azienda, la “Gebrüder Thonet” che ha potuto godere per oltre un decennio del diritto esclusivo di produrre le inconfondibili sedie di faggio curvato in tutto l’impero austroungarico. Insomma, è la stessa tecnica di produzione industriale, ideata e brevettata da Michael Thonet, ad aver generato quella riconoscibilità stilistica divenuta eterna: il c.d. modernismo classico.

Del resto è proprio per questo motivo che la Thonet n° 14, tutt’oggi in produzione, viene chiamata “la Sedia delle Sedie“.

 

Dalla degenerazione industriale all’Art Nouveau

Quando i sistemi di produzione industriale stavano mettendo da parte la ricerca estetica (ed il gusto) si rese necessario fondare uno stile nuovo (senza rinnegare l’uso dei macchinari). Tra il 1890 ed il 1910 si affermò quindi l’esigenza di ricercare una nuova progettazione armonica: LArt Nouveau appunto. I suoi valori estetici influenzarono ogni tipo di prodotto, incluse le sedie ovviamente, con specifici protagonisti e declinazioni territoriali.

Cercherò quindi di sintetizzare (nonostante sia quasi impossibile) con una Sedia per ogni Autore.

Il design modernista si tinge di politica: le Avanguardie

Anche il design, così come l’arte, può essere portatore di messaggi politico-sociali. Si “rompono le righe” e si va in avanscoperta… Il messaggio è così forte che deve necessariamente essere nitido, supremo, logico, schiacciante!

La negazione di ciò che è stato diventa utile per indagare la nuova via (che sembra davvero dietro l’angolo).

Stando seduti, vedremo soffiare il vento delle avanguardie per tutto il il XX° secolo…

Verso gli anni ’30: “Architetto? no, Designer!”

Artigianato ed Industria si stringono la mano e lo fanno accondiscendendo alla nascita di una nuova figura professionale: il Designer. Ogni oggetto (anche una sedia) svolge una funzione precisa ed è pertanto degna di un’analisi (estetica e funzionale) che ben può essere indipendente dallo spazio architettonico che la circonda.

Una finalità v’è di certo e per raggiungerla serve certamente una buona tecnica. Compito del Designer sarà designare l’Industria o l’Artigianato tradizionale della soddisfazione di quelle esigenze che egli stesso ha ricercato ed identificato (Sedersi comodamente? Sedersi con stile? Sedersi per lavorare? Perché sedersi?)

Del resto vi sono icone della modernità che non hanno davvero nulla a che vedere con la produzione industriale.

… e poi, la lavorazione capitonné, può essere prodotta industrialmente?

 

La storia dell’industrial design continua…

Riproduzione riservata ©
Data di pubblicazione: 9 Novembre 2015
Ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023
Avv. Arlo Cannela

Avvocato Arlo Canella

Managing Partner dello studio legale Canella Camaiora, iscritto all’Ordine degli Avvocati di Milano, appassionato di Branding, Comunicazione e Design.
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